avvocatoinprimafila il metodo apf

Navalny: diplomatici Ue in aula, siamo qui per osservare

   La presenza di diplomatici Ue in Tribunale per il processo a Alexei Navalny “è pienamente in linea col loro mandato e con le norme. Specialmente in casi che riguardano i diritti umani è nostro interesse osservare. Lo abbiamo fatto in passato e continuiamo a farlo”. Così il portavoce del Servizio europeo per l’azione esterna, Peter Stano, risponde ai giornalisti che gli chiedono il perchè della presenza di diplomatici europei in aula. Sollecitato dai cronisti, Stano ha spiegato che l’Ue continua a seguire anche la vicenda dello storico Iouri Dmitriev, un caso “inaccettabile”, aggiungendo che se possibile i diplomatici Ue andranno in Tribunale. 

   Il tribunale distrettuale Babushkinsky di Mosca ha ripreso il processo per diffamazione intentato contro Alexei Navalny, accusato di aver calunniato un veterano della seconda guerra mondiale. “I rappresentanti diplomatici di Lettonia ed Estonia sono presenti in tribunale”, ha detto il servizio della Corte a Interfax. Stando ad altre fonti, è presente anche un funzionario della rappresentanza diplomatica dell’Ue in Russia. Navalny è presente in aula. Il pubblico ministero ha iniziato a presentare le prove nella precedente sessione del tribunale, avvenuta il 5 febbraio. Il veterano della seconda guerra mondiale Ignat Artyomenko, la parte lesa, si è rivolta alla Corte, parlando in collegamento video da casa. Artyomenko ha detto che stava aspettando le scuse pubbliche di Navalny. I procuratori dicono che il 2 giugno 2020 Navalny ha pubblicato un post su Twitter e Telegram su un video andato in onda sul canale televisivo RT, a sostegno degli emendamenti alla Costituzione della Russia, in cui figurava il veterano di guerra Artyomenko. Navalny, secondo l’accusa, ha pubblicato un commento che conteneva informazioni consapevolmente false denigrando l’onore e la dignità di Artyomenko. Successivamente Navalny è stato accusato di calunnia. L’attivista dell’opposizione si è dichiarato non colpevole e descrive il caso come politicamente motivato.

   Il Bitcoin corre in aiuto ad Alexey Navalny. Stando infatti a quanto ricostruito dal Moscow Times, i dati pubblici della blockchain mostrano che un indirizzo Bitcoin legato a Navalny ha ricevuto 3,5 Bitcoin (circa 120.000 dollari) alla fine di gennaio, quando i sostenitori si sono affrettati a donare al nemico numero uno del Cremlino dopo il suo ritorno in Russia e la successiva incarcerazione. I dati mostrano che la squadra di Navalny ha ricevuto più donazioni in Bitcoin a gennaio che in tutto il 2020. In totale, le informazioni pubblicamente disponibili mostrano che negli ultimi cinque anni 658 Bitcoin – del valore di oltre 30 milioni di dollari ai tassi attuali – sono stati inviati al portafoglio di criptovalute gestito dagli aiutanti di Navalny. Al momento il portafoglio, che è gestito da Leonid Volkov, oggetto recentemente di un mandato di arresto internazionale da parte di Mosca, conteneva 1,5 Bitcoin. Parlando con il Moscow Times, Volkov ha detto che la squadra vede la natura decentralizzata delle criptovalute come uno strumento utile per aggirare le autorità russe, che hanno aumentato il loro giro di vite su Navalny e i suoi sostenitori, compresi i loro fondi, spesso oggetto di blocchi e sequestri.
   

Fonte Ansa.it

Exit mobile version