In primavera si voterà in diciotto comuni capoluogo di provincia. Di questi nove sono guidati da giunte di centrosinistra, sei di centrodestra, due da liste civiche e uno da giunte di centro
di Andrea Gagliardi e Andrea Marini
I cinquestelle correranno da soli in Emilia Romagna e Calabria
3′ di lettura
Sarà un 2020 di elezioni non solo regionali ma anche comunali. Al di là delle urne imminenti il 26 gennaio in Emilia Romagna e Calabria si vota in primavera anche Puglia, Marche, Toscana, Campania, Veneto e Liguria. Ma tra il 15 aprile e il 15 giugno andranno alle urne gli elettori di oltre mille comuni in tutta Italia. Di questi, 18 saranno comuni capoluogo (con Venezia, Bolzano e a Aosta anche capoluoghi di Regione).
Al voto in diciotto capoluoghi di provincia
Si voterà in diciotto comuni capoluogo di provincia (Agrigento, Andria, Aosta, Arezzo, Chieti, Crotone, Enna, Fermo, Lecco, Macerata, Mantova, Matera, Nuoro, Reggio Calabria, Trani, Trento, Bolzano e Venezia). Di questi nove ( Agrigento, Aosta, Bolzano, Lecco, Macerata, Mantova, Reggio Calabria, Trani e Trento) sono guidati da giunte uscenti di centrosinistra, sei di centrodestra (Andria, Arezzo, Chieti, Enna, Matera e Venezia), due da liste civiche (Fermo e Nuoro) e uno da giunte di centro (crotone). Il comune più piccolo alle elezioni è Briga Alta (CN), che conta solo 40 abitanti al 31 dicembre 2018, data dell’ultimo bilancio demografico annuale Istat.
A Venezia Brugnaro corre per il secondo mandato
Tra i centri più importanti al voto c’è Venezia. L’attuale sindaco-imprenditore Luigi Brugnaro (civico di centrodestra che nel 2015 aveva sbaragliato la scena con la sua lista “Fucsia”, appoggiato da Forza Italia e dal Carroccio solo al secondo turno) ha aperto ufficialmente il tavolo con la Lega, dopo le frenate del partito di Salvini – oggi in maggioranza a Ca’ Farsetti – sulla sua ricandidatura a sindaco di Venezia, nella primavera 2020. Non solo la gestione di polso nella crisi dell’acqua alta di novembre, ma anche fallimento dei separatisti nell’ennesimo per la divisione tra Venezia e Mestre – sempre osteggiata dal sindaco – hanno rilanciato le azioni di Brugnaro.
I mal di pancia della Lega in Laguna
Dall’altra parte, invece, ci sono i mal di pancia leghisti, che dopo il sostegno dato per 4 anni all’attuale sindaco, si ritrovano oggi con un’esigua presenza nel governo cittadino. Nel caso si arrivasse ad un’intesa, la Lega, che non esclude la corsa solitaria, almeno al primo turno, chiederà “pari dignità”, e il riconoscimento del proprio programma. Il pallino appare quindi in mano al Carroccio, che nel giro di
poche settimane dovrà decidere se rischiare di correre da sola nella sfida per Venezia, sulle ali del vento favorevole a livello nazionale, o scendere a patti ancora con Brugnaro, per blindarne, nella sostanza – rispetto a un centrosinistra che ancora non ha un candidato – il bis a Ca’ Farsetti.
I riposizionamenti ad Aosta
L’imprenditore Giovanni Girardini ha annunciato la propria candidatura a sindaco di Aosta. «Confermo – ha spiegato – che sto valutando un mio impegno politico per la città, nella speranza di poterle ridare il lustro e la bellezza che merita e che, come è sotto la lente di tutti, è letteralmente decaduta». La collocazione sarà «assolutamente civica con un’ispirazione ideologica di centro destra, liberale», spiega Girardini che è stato consigliere comunale di Aosta tra il 2005 e il 2010, eletto nella lista dell’Union Valdotaine. Il suo è il secondo annuncio di candidatura, dopo quello del sindaco uscente Fulvio Centoz.
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