L’astensione dal lavoro promossa dai sindacati sarà accompagnata da flash mob, manifestazioni ed iniziative in tutta Italia, dalle 11 alle 13 anche davanti al ministero della Pubblica Istruzione
di Vittorio Nuti
L’astensione dal lavoro promossa dai sindacati sarà accompagnata da flash mob, manifestazioni ed iniziative in tutta Italia, dalle 11 alle 13 anche davanti al ministero della Pubblica Istruzione
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Ultime ore di scuola – dopo 3 mesi di lezioni online in modalità Dad (Didattica a distanza) causa coronavirus – e sciopero di tutto il personale nella giornata che chiude ufficialmente l’anno scolastico 2019-2020. L’astensione dal lavoro promossa dai sindacati con lo slogan: “Ripartire insieme, ripartire in sicurezza. Centralità della scuola per far crescere il Paese” sarà accompagnata da flash mob, manifestazioni ed iniziative in tutta Italia, dalle 11 alle 13 anche davanti al ministero dell’Istruzione a viale Trastevere a Roma. Molti insegnanti, oggi non in servizio, hanno invece raccolto l’appello dei sindacati donando alla Protezione Civile l’importo della giornata di adesione allo sciopero.
Le ragioni della protesta
Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda lamentano il fatto che si facciano proclami sulla centralità dell’istruzione che poi – sostengono – non vengono seguiti da stanziamenti congrui, la mancata stabilizzazione dei precari “che da anni contribuiscono in maniera fondamentale al funzionamento della scuola italiana”, “classi pollaio” destinate, a loro dire, a rimanere tali anche a settembre. Più in dettaglio, la piattaforma dei sindacati della scuola chiede: un piano straordinario di investimenti per garantire a settembre la ripresa in condizioni di sicurezza delle attività scolastiche in presenza; nuovi investimenti in materia di personale e sostegno dell’offerta formativa, da inserire a partire dal decreto “Rilancio”; risorse economiche per il potenziamento degli organici (docenti e personale Ata) in modo da ridurre il numero di alunni per classe e consentire una didattica per gruppi ridotti; il rispetto rigoroso del tetto massimo di 20 alunni per classe in presenza di alunni con disabilità.
Distanziamento simulato a flash mob Torino
A Torino, gli insegnanti in sciopero hanno simulato l’ingresso a scuola – in realtà un grande recinto – di 50 ragazzi con le regole sul ‘distanziamento sociale’, per fare vedere che “solo per due classi non basta mezza piazza Castello”. In piazza anche bambini e genitori, una rappresentanza del coordinamento dei genitori e dei precari. “Il decreto non dice nulla, non assegna risorse e scarica sui dirigenti scolastici e sulle scuole la responsabilità di organizzare la ripresa delle lezioni. Non ci sono assunzioni”, spiega Teresa Olivieri, segretaria Cisl Scuola Torino. “O il governo investe risorse per creare spazi e assumere personale o è matematico che ci sarà un taglio del 50% del diritto all’istruzione garantito dalla Costituzione. Il governo ha stanziato 1,4 miliardi, ma per fare ripartire la scuola ne servono almeno 36, un punto del pil”, aggiunge Massimiliano Rebuffo della Flc Torino.
Gissi (Cisl): protesta per scelte sbagliate e scelte non fatte
La scelta di puntare su uniziative locali piuttosto che su una manifestazione nazionale è dovuta ”alla situazione eccezionale che stiamo vivendo”,spiega Maddalena Gissi, segretaria generale della Cisl Scuola. Per questo i sindacati hanno deciso che “ i protagonisti delle iniziative pubbliche, da svolgere osservando tutte le necessarie misure di sicurezza e di distanziamento fossero i dirigenti territoriali delle nostre organizzazioni”. La mobilitazione, prosegue, è contro le scelte sbagliate del Governo. “fra tutte quelle in materia di reclutamento che ci consegneranno un nuovo record di precari”, ma soprattutto per le “scelte non fatte, quelle che servono per riaprire le scuole a settembre in piena sicurezza ed evitando modalità organizzative che penalizzano il diritto allo studio”. La scuola, conclude, “ è fondamentale per il Paese, non possiamo, a settembre, accontentarci di una scuola a metà”.
Il dibattito sulle Linee guida per la ripartenza
Archiviato tra le proteste l’anno scolastico 2019.2020 9l 17 giugno sono in programma gli esami di maturità, incentrati su una prova orale in presenza. E considerati, per questo, il banco di prova per in ritorno alla scuola in presenza previsto da settembre. In vista della ripresa scolastica autunnale mancano però le Linee guida ministeriali sulla ripartenza, sollecitate tra gli altri dal sindaco di Milano Giuseppe Sala. In un post sul tema pubblicato sul sito “Immagina” la viceministra dem dell’Istruzione Anna Ascani ricorda che c’è poco tempo “per individuare con gli Enti Locali gli spazi aggiuntivi che serviranno per garantire il distanziamento e la sicurezza”. In molti – prosegue – hanno accolto “con toni apocalittici” il documento sul tema del Comitato Tecnico Scientifico, “tacendo quel che la normativa vigente già prevede quanto ai metri quadri per alunno da garantire nelle classi”. Per Ascani “rispettare il criterio del metro di distanza vuol dire garantire due metri quadrati ad alunno nelle classi, un parametro molto vicino a quanto indicato dal DM del 1975 in vigore. Difficile ma non impossibile nelle nostre strutture”.
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