L’annuncio di Renzi in Aula: il leader della Lega non agì per interesse pubblico. L’ex ministro dell’Interno: «Vado avanti a testa alta»
di Nicola Barone
L’annuncio di Renzi in Aula: il leader della Lega non agì per interesse pubblico. L’ex ministro dell’Interno: «Vado avanti a testa alta»
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Sì alla richiesta a procedere in giudizio nei confronti di Matteo Salvini per la vicenda Open Arms. È stata respinta dall’Aula del Senato con 141 sì, 149 no e un astenuto la decisione della Giunta per le immunità di negare l’autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex ministro dell’Interno e segretario della Lega. Che dal canto suo difende la scelta presa al tempo. «Vado avanti, a testa alta e con la coscienza pulita, guarderò tranquillo i miei figli negli occhi perché ho fatto il mio dovere con determinazione e buonsenso».
Come si sono espressi i partiti
La Giunta per le autorizzazioni a procedere aveva deliberato il 26 maggio scorso di negare il via libera, ed era sulla relativa relazione che i senatori sono stati chiamati a votare. Nelle dichiarazioni di voto a favore dell’autorizzazione a procedere si sono espressi M5S, Pd, Iv, LeU, Autonomie, mentre i gruppi di centrodestra avevano espresso la propria contrarietà. Per essere approvata la relazione necessitava di un quorum di 160 voti, cioè la maggioranza assoluta dei componenti.
Ong: finalmente l’occasione per la verità
Il disco verde di Palazzo Madama al processo è visto come una «occasione importante per ristabilire la verità dei fatti e per riaffermare, una volta per tutte, l’inviolabilità delle leggi internazionali e nazionali che regolano la nostra convivenza civile e che hanno permesso alle democrazie europee di non ripetere gli errori tragici del passato», secondo la Ong spagnola Open Arms. Il 20 agosto dello scorso anno il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, e l’aggiunto Salvatore Vella disposero il sequestro preventivo della nave da ricerca e soccorso e l’immediato sbarco dei migranti a bordo. Dopo una serie di passaggi giudiziari a metà novembre, per sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio in concorso – i presunti reati commessi a Roma dal 14 al 20 agosto – l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini venne iscritto, dalla Procura di Agrigento, nel registro degli indagati e le carte vennero trasmesse a Palermo. Di qui l’invio degli atti relativi al procedimento al tribunale dei ministri e la conseguente richiesta al Senato dell’autorizzazione a procedere.
Italia viva a favore del processo a Salvini
«Noi voteremo a favore dell’autorizzazione a procedere nei confronti Salvini» sul caso Open Arms. L’annuncio è arrivato da Matteo Renzi nel suo intervento nell’Aula del Senato, chiamata a esprimersi sulla richiesta di processo all’ex ministro dell’Interno. L’ex premier ha così chiarito la posizione di Italia viva, rimasta la principale incognita sull’esito della votazione alla vigilia della seduta. A maggio Iv non partecipò al voto della Giunta delle elezioni favorendo il no all’autorizzazione a procedere.
Salvini: andrò fino in fondo senza aiutini
«Se andrò a processo, ci andrò a testa alta. Se pensano di intimorire la Lega con un processo politico “alla Palamara” («Salvini ha ragione ma va attaccato lo stesso»), si sbagliano di grosso. Quando tornerò al governo farò esattamente le stesse cose», scriveva il leader della Lega su Twitter pochi minuti dopo l’intervento di Renzi. Un punto rimarcato anche nel corso della discussione. «Andrò fino in fondo senza chiedere aiutini a nessuno. Noi alle idee contrapponiamo altre idee non tribunali politici, l’unico tribunale è quello del voto». Parlando poi di Giuseppe Conte, Salvini non ha mancato di sottolineare che «il premier era perfettamente complice di un reato che non esisteva».
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