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Ormai è scontro (nel governo e con Pechino) sui voli diretti con la Cina

CORONAVIRUS

Il ministero degli Affari esteri: «La notizia riportata dall’agenzia cinese Xinhua circa una riapertura dei voli è priva di fondamento»

di Andrea Carli

7 febbraio 2020


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3′ di lettura

Ormai è scontro con Pechino sui voli diretti con la Cina. Una nota della Farnesina ha smentito quanto riportato dalla portavoce del ministero degli Esteri cinese, Hua Chunying. In merito all’incontro che si è tenuto ieri, 6 febbraio, tra il vice ministro Qin Gang e l’ambasciatore italiano Luca Ferrari, la portavoce aveva riferito che in quell’occasione il diplomatico italiano aveva chiarito che l’Italia è pronta a attivare alcuni voli con il gigante asiatico.

Farnesina: riapertura voli Cina notizia infondata
Le parole della portavoce, riportate dall’agenzia cinese Xinhua (Nuova Cina), hanno spinto il ministero degli Affari esteri a pubblicare una nota che nella sostanza nega che l’Italia riaprirà i voli da e per la Cina. Una precisazione quella della Farnesina che è giunta dopo che il ministero della Salute, ovvero il più convinto sostenitore nell’ambito dell’esecutivo della necessità di sospendere i collegamenti, aveva ribadito che la linea dell’Italia non sarebbe cambiata. Di fronte al rischio di uno scontro tra il ministro degli Affari esteri Luigi Di Maio e il titolare della Salute Roberto Speranza, con una nota la Farnesina «nel ribadire il profondo legame di amicizia tra Italia e Cina, già manifestato attraverso molteplici attività avviate proprio dal governo italiano a sostegno del Paese asiatico in un momento delicato e complesso» ha precisato «che la notizia riportata dall’agenzia cinese Xinhua circa una riapertura dei voli è priva di fondamento».

Lo stop di Speranza
La precisazione della Farnesina è giunta dunque pochi minuti dopo quella del ministero della Salute, che ha ribadito la linea dello stop dei voli. «Si è riunita stamattina alla presenza del ministro Speranza la task force sul coronavirus nCov-2019 – si legge nella nota -. Nella riunione della task force di oggi è stato confermato che i voli tra Italia e Cina resteranno chiusi così come previsto dall’ordinanza firmata dal ministro il 31 gennaio 2020 e che si continuerà a lavorare per implementare le misure già attivate nelle ultime settimane».

La stretta in Italia
In Italia la stretta è arrivata con i primi due casi registrati a Roma, che hanno portato alla dichiarazione dello stato d’emergenza a livello nazionale, all’interruzione dei collegamenti aerei da e per la Cina ed ora ai controlli per la febbre nei nostri aeroporti per i voli internazionali, a Fiumicino anche per quelli nazionali. Francia, Gran Bretagna e Germania hanno invitato i connazionali a lasciare la Cina.

Pechino sorpresa dalla scelta italiana
La scelta italiana, unico paese in Europa e primo al mondo ad adottare il blocco completo dei voli, non è piaciuta a Pechino. In primo luogo perché va oltre le raccomandazioni dell’Oms, ma anche perché è stata fatta da un paese che, durante l’esecutivo precedente a trazione Cinque Stelle-Lega, ha sottoscritto, primo nel gruppo G7, il memorandum di adesione alla Bri (Belt and Road Initiative), il progetto infrastrutturale della Nuova via della Seta.

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