Nella sua seconda giornata a Cipro, Papa Francesco incontra gli ortodossi, è a una messa per la piccola comunità cattolica locale e sarà in preghiera con i migranti. Al mattino, all’ Arcivescovado ortodosso di Nicosia, la visita di cortesia di a Chrysostomos II, arcivescovo ortodosso di Cipro. Poi l’incontro con il Santo Sinodo presso la Cattedrale ortodossa e la celebrazione della messa per la comunità cattolica al ‘Gsp Stadium’ della capitale cipriota. Nel pomeriggio la preghiera ecumenica con i migranti nella Chiesa parrocchiale di Santa Croce, prima del rientro alla Nunziatura apostolica, dove il Papa alloggia nel suo soggiorno a Cipro.
“Dinanzi a ogni oscurità personale e alle sfide che abbiamo davanti nella Chiesa e nella società, siamo chiamati a rinnovare la fraternità. Se restiamo divisi tra di noi, se ciascuno pensa solo a sé o al suo gruppo, se non ci stringiamo insieme, non dialoghiamo, non camminiamo uniti, non possiamo guarire pienamente dalle cecità”. Così papa Francesco nella messa celebrata al Gsp Stadium di Ncosia per la comunità cattolica di Cipro. “La guarigione – ha affermato – viene quando portiamo insieme le ferite, quando affrontiamo insieme i problemi, quando ci ascoltiamo e ci parliamo. È la grazia di vivere in comunità, di capire il valore di essere comunità”. “Lo chiedo per voi – ha proseguito -: possiate stare sempre insieme, essere sempre uniti; andare avanti così e con gioia: fratelli cristiani, figli dell’unico Padre. E lo chiedo anche per me”. “E’ bello vedervi e vedere che vivete con gioia l’annuncio liberante del Vangelo – ha detto Francesco -. Vi ringrazio per questo. Non si tratta di proselitismo, ma di testimonianza; non di moralismo che giudica, ma di misericordia che abbraccia; non di culto esteriore, ma di amore vissuto. Vi incoraggio ad andare avanti su questa strada”. “Usciamo a portare la luce che abbiamo ricevuto – ha esortato -, usciamo a illuminare la notte che spesso ci circonda! C’è bisogno di cristiani illuminati ma soprattutto luminosi, che tocchino con tenerezza le cecità dei fratelli; che con gesti e parole di consolazione accendano luci di speranza nel buio. Cristiani che seminino germogli di Vangelo nei campi aridi della quotidianità, che portino carezze nelle solitudini della sofferenza e della povertà”. Secondo il Pontefice, “ciascuno di noi è in qualche modo cieco a causa del peccato, che ci impedisce di ‘vedere’ Dio come Padre e gli altri come fratelli”. “Questo fa il peccato, distorce la realtà – ha spiegato -: ci fa vedere Dio come padrone e gli altri come problemi. È l’opera del tentatore, che falsifica le cose e tende a mostrarcele sotto una luce negativa per gettarci nello sconforto e nell’amarezza”. “E la brutta tristezza, che è pericolosa e non viene da Dio, si annida bene nella solitudine – ha aggiunto Francesco -. Dunque, non si può affrontare il buio da soli. Se portiamo da soli le nostre cecità interiori, veniamo sopraffatti. Abbiamo bisogno di metterci l’uno accanto all’altro, di condividere le ferite, di affrontare insieme la strada”.
E saranno 50 i rifugiati che, per iniziativa di papa Francesco, verranno trasferiti da Cipro in Italia e tutte le operazioni riguardanti il trasferimento, l’ospitalità in Italia e il percorso di integrazione saranno economicamente a carico della Santa Sede. A quanto si apprende da fonti ben informate, il primo gruppo di 12-15 persone dovrebbe partire prima di Natale, gli altri seguiranno tra gennaio e febbraio 2021. Dal punto di vista normativo, l’operazione viene definita un “ricollocamento per motivi umanitari”. L’accompagnamento dei 50 rifugiati in Italia e il percorso di integrazione saranno curati dalla Comunità di Sant’Egidio. Tra le 50 persone attualmente ospitate a Cipro e che saranno trasferite in Italia, ve ne sono di nazionalità della Siria, del Congo, del Camerun e alcune dall’Iraq. Tra loro anche delle famiglie con bambini.
Fonte Ansa.it