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Parla Renzi: «Decreto shock sui cantieri, lo voti anche Salvini»

Serviziointervista

«Conte candidato premier? Su di lui ho un giudizio diverso da Zingaretti». «Noi siamo alternativi sia ai sovranisti leghisti sia ai populisti grillini»

di Emilia Patta

21 dicembre 2019


Indagine Open, Renzi all’attacco: niente da nascondere, denuncio

6′ di lettura

Cominciamo dalla legge di bilancio, senatore Renzi. Una manovra che avvia il rilancio del Paese o il minimo sindacale per mettere in sicurezza i conti? Che cosa manca a suo avviso?
È il minimo sindacale per mettere in sicurezza i conti. Però non sottovaluto questo fatto. Per raggiungere tale traguardo – dopo la tragica esperienza del governo populista – abbiamo dovuto lottare molto. E adesso la minaccia dell’aumento dell’Iva è stata disinnescata. Manca la crescita, purtroppo. L’abbiamo avuta fino alla prima metà del 2018, poi è scomparsa. Ma dobbiamo garantire stabilità istituzionale perché con i tassi così bassi un Paese con molto debito deve sfruttare la situazione. Abbiamo ridotto il costo degli interessi sul debito dai 77 miliardi di € del 2013 ai 59 miliardi del prossimo anno. Chiediamo stabilità per rassicurare i mercati e portare questa cifra sotto i 50 miliardi: questo significa fare l’interesse del Paese. E noi pensiamo prima di tutto all’Italia, sempre. Stabilità. Non immobilismo, ma stabilità.

Lei ha detto che in un certo senso le motivazioni che hanno dato vita al Conte 2 si sono esaurite proprio con la manovra. Il vostro piano shock per sbloccare le opere è per lei dirimente ai fini della verifica di gennaio? Ne ha parlato con il premier?
Il piano shock può sbloccare 120 miliardi di euro. È una cifra pazzesca, un’occasione di ammodernare l’Italia, creare posti di lavoro anziché dare sussidi assurdi come il reddito di »cittadinanza e aiutare la crescita. Purtroppo bisognerà ricorrere a un commissariamento selvaggio ma siamo in emergenza. Dunque Italia Shock non è dirimente per la verifica di governo, ma è dirimente per il futuro dell’Italia. Il Premier Conte ha incontrato più volte in questi giorni Italia Viva: sa come la pensiamo. In ogni caso il primo febbraio – dopo che si sarà calmato il clima post elettorale in Emilia Romagna – presenteremo l’articolato di quello che speriamo possa diventare un decreto legge. La Camera lunedì approva il bilancio, dopo dobbiamo approvare il rilancio. E senza crescita non c’è occupazione, non c’è giustizia.

Sulla Popolare di Bari ci sono responsabilità da parte della vigilanza di Banca d’Italia?
Ho posto il problema della Vigilanza e di Banca d’Italia nell’unico momento in cui alla politica era consentito fare qualcosa, vale a dire al momento del rinnovo del Governatore. Sono stato tacciato di disfattismo e isolato da tutto il mondo politico e dall’establishment finanziario. Eppure le vicende di oggi dimostrano che quegli argomenti erano veri e che avrebbero meritato una discussione meno superficiale. Il tempo è galantuomo. Ora però bisogna guardare al futuro, senza polemiche. Sono certo che Banca d’Italia sia un’istituzione importante, da tutelare. E spero che su Bari si possa scavare: salvare i lavoratori e le famiglie, punire i responsabili a tutti i livelli. Non cerco rivincite o vendette, mi basta la verità. E resti agli atti che senza la riforma delle popolari la situazione delle banche sarebbe stata molto più drammatica.

Capitolo giustizia. Alla fine il M5S l’ha spuntata sulla prescrizione: a gennaio scatterà il blocco dopo il primo grado di giudizio…
La prescrizione scatta perché due forze politiche populiste, Cinque Stelle e Lega, hanno votato questa legge assurda. Noi abbiamo votato contro e io ne vado fiero. Una giustizia senza fine non è giustizia. E solo la demagogia può pensare di far credere che per i cittadini sia meglio così. Detto questo, penso che ci sia un problema di fondo. Sulla giustizia le forze politiche che compongono la maggioranza hanno visioni diametralmente opposte: non è solo la prescrizione, ma la presunzione d’innocenza, misure come la confisca e molto altro. O si trova un accordo serio, stabile, equilibrato. O ciascuno in Parlamento vota come vuole. La responsabilità di trovare un punto d’equilibrio spetta innanzitutto al ministro. Se ci sarà un patto di maggioranza, bene. Altrimenti ciascuno voterà in libertà.

I giornali sono pieni di retroscena sulla possibile caduta del governo per sua mano e su un presunto asse con Salvini che non escluderebbe un governissimo prima di tornare al voto. Può rassicurare gli alleati su questo punto?
Rincorrere notizie false per smentirle è frustrante, sia per i giornalisti che per i politici. Non ho fatto alcuna cena con Salvini, né in Toscana né altrove. Non c’è nessun retroscena. Qui c’è un Paese che deve guardare avanti, anziché continuare a guardare indietro. Mi auguro che la Lega voti il Piano Italia Shock perché sarebbe un gesto importante. Ma questo non significa altro. Sblocchiamo i depuratori, l’alta velocità al Sud, le opere per il dissesto dal Seveso a Sarno, le scuole, i porti, gli aeroporti. E blocchiamo per una volta polemiche talmente noiose da far sbadigliare anche gli addetti ai lavori. Io penso al bene dell’Italia, non al gossip della politichetta.

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