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Perché i mercati non temono il voto in Emilia: la maggioranza può resistere

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Gli occhi dei mercati sono puntati sulle elezioni in Emilia, ma lo scenario ritenuto più probable è che il Governo regga. Ecco perché

di Alessandro Graziani

22 gennaio 2020


(Afp)

4′ di lettura

«Crediamo che le elezioni regionali del 26 gennaio in Emilia-Romagna e Calabria possano essere la chiave che condizionerà i prossimi tre anni della situazione politica italiana e, di conseguenza, il rischio Paese». Il messaggio che gli analisti di Citigroup inviano agli investitori internazionali è chiaro e condiviso da molte altre banche d’affari: le elezioni sono locali, ma il rilievo è nazionale perché può impattare sul Governo ed eventualmente – anche se l’ipotesi è ritenuta poco probabile – portare a elezioni politiche anticipate in primavera, andando al voto con l’attuale legge elettorale.

Le previsioni di Barclays
Tutte le analisi partono dai sondaggi pre-elettorali in Emilia-Romagna che indicano i due candidati di centrodestra e di centrosinistra quasi appaiati nelle preferenze («too close to call»). «Le elezioni nella regione “rossa” difficilmente porteranno alla caduta del Governo Conte-Bis», scrivono da Barclays che, anche in caso di sconfitta del candidato del Pd in Emilia, vede «limitate possibilità per la coalizione di Governo di cadere» poichè i due partiti principali (Pd e M5S) non hanno convenienza ad andare a elezioni. «E questo è vero ancor di più – precisano da Barclays – per i più piccoli raggruppamenti di Leu e Italia Viva che altrimenti perderebbero la loro attuale rlevanza».
Due gli scenari possibili secondo il rapporto inviato agli investitori dalla banca inglese. In caso di vittoria di Bonaccini in Emilia-Romagna, «il Pd utilizzerà la vittoria come punto di partenza per rafforzare la collaborazione al Governo nazionale con i 5 stelle». Nel caso in cui invece a vincere in Emilia sia la Bergonzoni (Lega), «a livello nazionale la sconfitta può esarcerbare le tensioni» e vedere «l’esodo di alcuni parlamentari verso il centrodestra, in particolare al Senato». Tuttavia, anche in questo scenario, secondo Barclays, «la coalizione di Governo riuscirebbe a mantenere una maggioranza» e continuare a governare.

Le ipotesi di Hsbc
Anche secondo gli analisti di Hsbc, il «best case scenario» rimane quello che tiene conto «dell’istinto di sopravvivenza dei partiti al potere e dei singoli parlamentari all’interno di quei partiti, che dovrebbe aiutare a tenere insieme il Governo fino alla fine della legislatura(2023) o almeno dopo le elezioni presidenziali all’inizio del 2022». Ovviamente, puntualizzano da Hsbc, «non esistono certezze ed è probabile che la politica rimanga un tema chiave per i mercati italiani anche nel 2020».

La lettura di Deutsche Bank
Una prospettiva tutto sommato condivisa anche dagli analisti di Deutsche Bank: «il nostro scenario base è che il Governo sopravviverà», scrivono nel report inviato agli investitori in vista delle elezioni regionali in Emilia-Romagna e Calabria. Aggiungendo che «comunque, anche eventuali escalation di tensioni all’interno dell’attuale maggioranza di Governo, non porteranno automaticamente a elezioni politiche anticipate».
Qualunque sia l’esito del voto regionale (anche se in caso di secca sconfitta del Pd esiste un rischio collasso del Governo nazionale), secondo Deutsche Bank «il Governo dovrebbe sopravvivere agli eventi di gennaio, anche se servirà che i partiti di maggioranza siglino un rafforzato patto di Governo basato su un più limitato ma preciso numero di riforme da implementare nei prossimi mesi e anni».

I tre scenari di Citigroup
Tirando le somme sembra di capire che l’evento inatteso, e forse più temuto dagli investitori, è che l’esito del voto in Emilia-Romagna porti a elezioni politiche anticipate già a primavera 2020 che, stando ai sondaggi a livello nazionale, crerebbe una prolungata fase di incertezza sul Paese.
Se ne occupano in dettaglio gli analisti di Citigroup che nei tre possibili scenari sul dopo voto in Emilia sono i più pessimisti sulla tenuta dell’attuale Governo. Scenario 1: in Emilia vince la Lega. In questo caso, «nuove elezioni politiche potrebbero tenersi prima del referendum (sul taglio dei parlamentari, ndr) poichè la Lega potrebbe avere la capacità di convincere una parte dei parlamentari del M5S a togliere l’appoggio al Governo».
Scenario 2: in Emilia-Romagna i due schieramenti arrivano testa a testa e, si desume, non emerge un chiaro vincitore in una proiezione nazionale. In questo caso, gli analisti di Citigroup «non escludono un “Governo di scopo”, sostenuto anche da parlamentari in uscita da M5S e Forza Italia». Il timore è quello di un «Parlamento sospeso per la paura del ritorno alle urne, che garantirebbe stabilità nel breve termine ma la cui fragilità impatterebbe sull’economia causandone un rallentamento».
Scenario 3: in Emilia-Romagna vince il Pd. In questo caso «il Parlamento attuale durerebbe fino al 2023, ma vediamo comunque un “reshuffle” (rimpasto?) dell’attuale Governo». E questo, osservano da Citigroup, «sarebbe lo scenario preferito dai mercati, soprattutto nel breve termine».

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