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Perché il duello Gualtieri-Leo a Roma non è una elezione suppletiva come le altre

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Potremmo definirlo un confronto, anzi uno scontro d’altri tempi quello che si terrà domenica 1 marzo a Roma tra Roberto Gualtieri e Maurizio Leo e non solo perché si riproporrà lo scontro tra centrosinistra e centrodestra. In ballo c’è il seggio da deputato della circoscrizione Lazio 1 lasciato libero dal dem Paolo Gentiloni , dopo la sua nomina a commissario per gli Affari economici.

Il comune interesse per l’economia
E di economia del resto si occupano prevalentemente da sempre anche i due sfidanti. Gualtieri, prima di guidare il ministero di via XX settembre, nella scorsa legislatura europea da deputato del Pd era stato nominato a Strasburgo presidente della commissione per i problemi economici e monetari e aveva seguito direttamente dossier importanti come l’unione bancaria e Brexit. Leo nella sua esperienza alla Camera dei deputati, prima tra le fila di Alleanza nazionale, poi in quelle del Pdl e ora nei Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, si è sempre occupato dei provvedimenti economici, a partire dalla Finanziaria (oggi legge di Bilancio) e di quelli di natura fiscale, sui cui vanta indiscutibile competenza (per questo fu chiamato a dare una mano da assessore al bilancio alla giunta Alemanno) per gli anni trascorsi al ministero delle Finanze e al Secit.

La militanza di lunga data
Insomma stiamo parlando di due politici razza sia per la militanza di lunga data sempre sullo stesso fronte sia per i meriti acquisiti sul campo. È tra loro due che è circoscritta la gara per occupare lo scranno alla Camera messo a disposizione da Gentiloni anche se alla partita parteciperanno ovviamente altri candidati tra cui Rossella Rendina per M5S.

L’avversario comune
Ma Gualtieri e Leo hanno in comune anche un pericoloso avversario: l’astensione. Nelle suppletive a Napoli lo scorso week end, ha votato circa il 10% degli aventi diritto. E il rischio che il dato possa replicarsi anche a Roma non è affatto scongiurato. A pesare non è solo il disinteresse che spesso accompagna consultazioni come questa ma anche il clima creato dal timore Coronavirus nonché la scelta dell’amministrazione Raggi per la domenica ecologica, anche se chi si reca ai seggi verrà esonerato dal vincolo.

Al voto il cuore di Roma
Vedremo. Non si tratta di un test qualunque. Gli aventi diritto sono circa 160mila e sono i residenti del centro storico della Capitale ma anche di Prati e Trastevere, del Flaminio e Testaccio, dell’Esquilino, che ospita la stazione Termini, e di Castro Pretorio vicino all’Università la Sapienza: il cuore di Roma. E se la risposta degli elettori fosse bassa non sarebbe certo un segnale rassicurante per nessuno. Quanto al risultato i precedenti assegnano la supremazia al centrosinistra. Se così non fosse, se il ministro dell’Economia non dovesse farcela sarebbe un dato clamoroso dei cui effetti, inevitabilmente, risentirebbe anche il Governo. Anche per questo Lazio 1 non un’elezione suppletiva come le altre.

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