Infatti non c’è alcuna notizia nell’apprendere che, inspiegabilmente come sempre, Casini va a occupare un’altra poltrona. La notizia è che Mauro Corona, zittito dal nuovo politicamente corretto delle reti Mediaset, lo ha finalmente mandato …
Era appena passata sotto silenzio, o sotto rassegnazione, la notizia di una nuova poltrona inspiegabilmente assegnata, nella giornata più torrida dell’anno, a Pierferdinando Casini. Gli italiani non sanno cos’è l’Unione interparlamentare, e la notizia è passata sotto silenzio. Così come hanno accolto con rassegnazione, i pochi che hanno letto il lancio d’agenzia, l’intento principe del suo programma di governo: “sarò un presidente bipartisan”. Forse qualcuno si aspettava che il navigato Pierferdi dicesse qualcosa di diverso? Nessuno si stupirà se si rivela che l’astuto Talleyrand dell’Appennino bolognese, passato indenne attraverso una decina di regimi -e varie decine di poltrone- è presidente di questa Unione, che non sappiamo che utilità abbia, ma comporta ovviamente privilegi e prebende, per la seconda volta. Diceva Pierpaolo Pasolini: “C’è qualcosa di più rivoluzionario della rivoluzione: la rassegnazione. La rassegnazione del popolo che è stanco di ribellarsi e non aspira nemmeno più a sostituirsi ai tiranni. Ma la rassegnazione è davvero rivoluzionaria, perché dimostra che il potere è illusione“.
Questa sera, in una trasmissione di Rete4 dove la nuova parola d’ordine berlusconiana -quella di attaccare ferocemente il Governo- viene eseguita alla lettera, l’attempato playboy dell’alta bolognese, che coi consueti toni pacati cercava di tamponare ogni polemica, è arrivato al punto di dire, nel massimo della concitazione: “Ma non sarà mica sempre colpa del Pd se accadono certe cose”. A questo punto è stato definito per quello che incontestabilmente è da Mauro Corona: poltronista. Un aggettivo moderato rispetto a quello che sicuramente pensano di Casini la maggior parte degli italiani. Apriti cielo: “togliete l’audio a Corona!” ha intimato quel cuor di leone del conduttore, e lo sdegno di tutto lo studio è filtrato dai cristalli liquidi dello schermo. “Eri contro il divorzio e sei stato il primo a divorziare” ha continuato Corona sorbendo una birra, e di nuovo lo studio ha trasudato sdegno: “ma che c’entra? Sta bevendo troppo” e così via. A questo punto Casini ha gettato l’asso: ha accusato Corona di fare pubblicità alla birra che, com’è noto, è una bevanda totalmente sconosciuta agli italiani. Un colpo da maestro: Corona è certamente al soldo delle multinazionali della birra, se parla male di Casini. Ci viene in mente quel che un giorno scrisse Vittorio Feltri di Casini: “il più gran paraculo che abbia mai bighellonato per il Palazzo”. Che davvero era contro il divorzio ed è stato il primo a divorziare, che davvero è un poltronista di lungo corso. E tutto questo c’entra eccome, e va detto, quando qualcuno ha il coraggio di proporre ancora il casinipensiero in prima serata. Non abbiamo voglia di ripercorrere la sua proficua (solo per lui, ovviamente) carriera, ma ricordiamo che solo qualche mese fa era presidente di una commissione parlamentare d’inchiesta sulle porcate delle banche gestite a maggioranza da esponenti del Pd, nominato dal Pd. Il quale Pd, per ringraziarlo della totale inutilità di tale felpata commissione, lo ha fatto eleggere senatore nella “rossa” Bologna. Lui, ex-dc, ex-Forza Italia, ex-presidente della Camera, ex-tutto, ma paraculo, ora Pd, in servizio permanente. Per il quale il potere non è illusione, ma l’unica ragione di vita.
L’esemplare trasmissione si è conclusa con un fotogramma e un commento sfuggito alla regia, ma rappresentativo del sentimento di tutti gli italiani: Mauro Corona con il dito alzato e senz’audio, ma comprensibilissimo dalle labiali: andate tutti a fare in c….