In una lettera al Corriere della Sera, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte illustra il suo piano per la ripresa del Paese. L’Italia, scrive, «deve farsi trovare pronta all’appuntamento» con la proposta di Recovery Plan, «programmando la ripresa e utilizzando al meglio i fondi che saranno messi a disposizione».
E come farà? Con sette punti, che toccano più o meno tutti gli ambiti di intervento più importanti: la digitalizzazione, gli aiuti alle imprese, le infrastrutture e la riforma delle procedure.
Si parla anche di scuola e ambiente, ma soprattutto di interventi nei tempi del diritto penale e civile, insieme all’obiettivo di una «seria riforma fiscale».
Andando con ordine, il primo punto riguarda la «modernizzazione», in generale. Che il premier traduce in «incentivi alla digitalizzazione, ai pagamenti elettronici e all’innovazione» e con la diffusione «dell’identità digitale» e un rafforzamento «delle banche dati pubbliche». Soprattutto, l’estensione «della banda larga», che ponga fine (si spera) al digital divide.
Il punto B si concentra sulle imprese: «Capitalizzazione e consolidamento» per le filiere più esposte, insieme a incoraggiamento alle start-up, con misure come ACE [Aiuto alla Crescita Economica, un’agevolazione introdotta nel 2011 per favorire il rafforzamento della struttura patrimoniale delle imprese] e Impresa 4.0, «che diventino strutturali».
Il terzo passaggio «è un rilancio degli investimenti pubblici e privati» insieme a una diminuzione della burocrazia. L’obiettivo sono «infrastrutture strategiche, a partire dalle grandi reti telematiche, idriche ed energetiche».
Qui forse l’innovazione maggiore: «Le opere pubbliche dovranno essere sbloccate anche per mezzo di un intervento normativo a carattere temporaneo» (che richiama la procedura rapida con cui si è ricostruito il ponte di Genova), insieme a «una rivoluzione culturale nella pubblica amministrazione», che spinga i funzionari «ad assumersi le proprie responsabilità», ma per gli onesti ci sarà meno «incertezza giuridica» circoscrivendo «il reato di abuso di ufficio e la responsabilità erariale».
I punti D ed E riguardano gli impegni per l’ambiente e per l’istruzione, che devono essere rafforzati, mentre F punta sulla giustizia: «È necessario abbreviare i tempi della giustizia penale e della giustizia civile».
I progetti di riforma ci sono e il presidente del Consiglio invita i parlamentari a occuparsene «con la massima speditezza». E aggiunge: «Possiamo migliorare il diritto societario introducendo modelli di governance più snelli ed efficienti» per rendere «più competitivo il nostro modello giuridico» e «attirare più facilmente investitori italiani ed esteri».
Infine, «introdurremo una seria riforma fiscale», dal momento che non ci si può più permettere un sistema «iniquo e inefficiente», che definisce «un dedalo inestricabile».
Per farlo serve il coraggio «per riordinare il sistema delle detrazioni e delle deduzioni», serve «pulizia», per distinguere «i debiti recuperabili da quelli che non lo sono».
Più digitalizzazione e meno burocrazia. Il piano di Giuseppe Conte per organizzare la ripresa