Consiglio dei ministri convocato ad hoc dopo l’ultimatum del premier. L’articolo 120 della Costituzione leva per esercitare il potere sostitutivo
di Manuela Perrone
Consiglio dei ministri convocato ad hoc dopo l’ultimatum del premier. L’articolo 120 della Costituzione leva per esercitare il potere sostitutivo
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«Il Governo nomina un commissario straordinario allo scopo di provvedere agli adempimenti» necessari all’adeguamento del sistema elettorale della Puglia alla legge 20/2016 e ai princìpi di parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive: recita così l’articolo 1, comma 6 quater, della bozza di decreto legge approdata al Consiglio dei ministri di venerdì 31 luglio. Il nome prescelto è quello del prefetto di Bari, Antonia Bellomo.
Il buco nell’acqua del Consiglio regionale
L’«intervento sostitutivo» del governo è dovuto al fallimento del Consiglio regionale convocato martedì scorso per approvare la proposta di legge varata all’unanimità dalla Giunta di Michele Emiliano, partito in salita tra ostruzionismo dell’opposizione (quasi 2mila emendamenti presentati da Fdi) e blitz ai voti segreti e sospeso alla fine per l’assenza del numero legale.
L’ultimo pressing di Conte
Giovedì sera il premier Giuseppe Conte, che nella diffida del 23 luglio aveva dato tempo fino al 28 luglio alla “sua” Regione per adeguarsi, aveva tentato un ultimo pressing, anticipando che «il governo, forte anche dei pareri giuridici acquisiti, andrà sino in fondo». Le interlocuzioni tra la maggioranza di centrosinistra e il centrodestra (con il candidato governatore Raffaele Fitto, Fdi) sono proseguite, ma il Consiglio dei ministri è stato convocato alle 16.
Doppia preferenza e liste 60/40
Il decreto agisce modificando il Dl 20/2016 e in particolare aggiungendo due commi. Il primo esplicita che il mancato recepimento delle norme sulla promozione della pari opportunità tra donne e uomini nell’accesso alle cariche elettive «integra la fattispecie di mancato rispetto di norme di cui all’articolo 120 della Costituzione e, contestualmente, costtiuisce presupposto per l’assunzione delle misure sostituive ivi contemplate». Poi «al fine di assicurare il pieno esercizio dei diritti politici e l’unità giuridica della Repubblica» dispone l’applicazione in Puglia (unica ancora inadempiente tra le Regioni che andranno al voto il 20 e il 21 settembre, dopo che anche la Liguria di Giovanni Toti si è adeguata) di due disposizioni: la doppia preferenza di genere e il rispetto dei «criteri di parità» nella formazione delle liste (un rapporto 60/40), pena l’intervento dell’Ufficio centrale circoscrizionale. Ma non solo: il provvedimento affida al commissario non solo gli adempimenti strettamente conseguenti, ma anche la «ricognizione delle disposizioni regionali incompatibili».
La «tutela giuridica dell’unità della Repubblica»
Il principio richiamato dal Dl, proposto dal ministro dem per gli Affari regionali, Francesco Boccia, e dalla ministra Iv delle Pari opportunità, Elena Bonetti, è quindi quello della «tutela giuridica dell’unità della Repubblica» in vista delle tornate elettorali imminenti. Il rispetto del criterio di necessità e urgenza ha fatto sì che il testo limiti la propria validità alla sola Puglia e non anche alle altre due Regioni inottemperanti a statuto ordinario (Calabria e Piemonte). Tra quelle che l’esecutivo aveva sollecitato ad adeguarsi ci sono anche altre due Regioni a statuto speciale (Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta).
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