«L’obiettivo è diventare il primo gruppo europeo, il più numeroso. Vogliamo vincere e cambiare l’Europa». Il target lo ha fissato il segretario della Lega Matteo Salvini, in occasione del lancio a Milano della “Europa del buon senso”: una sigla che ambisce a raccogliere le forze sovraniste sparse in tre gruppi a Strasburgo: Europa delle nazioni e delle libertà (al quale appartengono la Lega e il Raggruppamento nazionale), Europa delle libertà e della democrazia diretta (la famiglia di Alternativa per la Germania e del M5s), Conservatori e riformisti (che annovera non solo Fratelli d’Italia e i polacchi di Diritto e giustizia, ma anche i populisti del Partito popolare danese e dei Veri Finlandesi, i cui leader sono stati incontrati l’8 aprile da Salvini).
Far nascere questa sorta di Internazionale populista non è scontato. Il dialogo è aperto, ma ci si prepara ad andare alle urne separati, con la prospettiva di una alleanza post-voto. A pesare alla fine saranno gli equilibri interni e i rapporti di forza. Da considerare poi che il M5s (oggi dentro il gruppo Europa delle libertà e della democrazia diretta) puntano a una collocazione europea lontana dai sovranisti. E a dare vita a un loro nuovo gruppo. Sempre che trovino i 25 deputati necessari di almeno sette Paesi diversi.
Ma quanto pesano i “sovranisti” nel Parlamento europeo? Se si sommano i deputati dei tre gruppi sopra citati siamo a quota 154. In base all’ultima proiezione pubblicata dal Parlamento europeo per la prossima legislatura, i tre gruppi, insieme, otterrebbero invece 144 seggi, che sommati ai 188 stimati per i popolari europei (in calo rispetto ai 217 attuali), ammonterebbero a 332: una cifra non lontana dalla maggioranza, fissata a quota 353. Va detto però che ai 144 seggi di cui sopra andrebbero scomputati i 18 seggi che le proiezioni attribuiscono al M5s (ora ne hanno 17), che, come detto, puntano a dare vita a un gruppo autonomo, ago della bilancia. Siamo a quota 126 previsti, terzo gruppo stimabile dopo Ppe e socialisti (142).
I Cinque Stelle possono finora contare soltanto su tre piccoli partiti come alleati: i polacchi di Kukiz’ 15, i croati di Zivi Zid e i greci di Akkel. Con loro contano di arrivare a circa 28 seggi, superando la soglia di 25 europarlamentari necessaria per costituire gruppo autonomo. Ma è l’altro requisito – disporre di deputati di almeno sette Paesi diversi – quello più ostico da raggiungere. Tra i principali temi che accomunano il M5S con gli altri tre partiti ci sono la democrazia diretta, la lotta alla burocrazia, il sostegno al “made in”, la lotta alla corruzione e la difesa della sovranità nazionale.
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