Regole simili a quelle previste per le società di Borsa anche per associazioni e fondazioni
“Quello che emerge dall’ultima inchiesta romana mostra ancora la volta la necessita’ di regolamentare il finanziamento alla politica”. A parlare e’ Raffaele Cantone, presidente dell’Anac che, in un’intervista a La Repubblica torna sullo Stadio di Roma e non e’ sorpreso per l’inchiesta sul costruttore Parnasi che pagava esponenti di tutti i partiti. “Il finanziamento pubblico e’ stato abrogato in modo molto frettoloso, senza introdurre uno scudo fisiologico, un contrappeso all’inevitabile ruolo che avrebbero avuto le sovvenzioni dei privati. Inoltre erano stati previsti meccanismi di controllo solo sui bilanci dei partiti tradizionali, mentre gia’ nel 2013 esistevano fondazioni e associazioni che raccoglievano fondi per i politici”. Si, e’ una questione aperta da anni. Ma perche’ non si vuole affrontare il problema? “Il presidente del Consiglio Conte ha detto di volere intervenire su questo fronte e su quello delle lobby: un’indicazione molto positiva. Perche’ il tema e’ sul tavolo da tantissimo tempo e non puo’ piu’ essere eluso”. “Bisogna introdurre – ha proseguito Cantone – una trasparenza a prescindere dalla natura dell’ente, imponendola sulla base dell’attivita’ sostanziale svolta: se l’attivita’ e’ di natura politica, allora ci deve essere massima chiarezza sulle entrate e anche sulle spese. Credo che andrebbero previste regole non diverse da quelle delle societa’ quotate in Borsa, con bilanci chiari e certificati. E non sarebbe illogico ipotizzare sanzioni penali analoghe a quello dell’illecito finanziamento, che invece ora riguardano solo i partiti tradizionali e non fondazioni e associazioni politiche”.
Fonte: AGI