I lavori per i navigator sono ancora in corso. Ma nella bozza del decreto “sblocca cantieri”, approvato “salvo intese” in consiglio dei ministri, una “manina” è intervenuta ora per inserire una modifica al decretone sul reddito di cittadinanza, che potrebbe permettere più facilmente ad Anpal di scegliere direttamente e senza gara il software per la gestione informatica dell’incrocio dei dati di domanda e offerta di lavoro, di cui navigator e centri per l’impiego dovrebbero servirsi. Come? Utilizzando una delle società in house del ministero del Lavoro, sottolineando la “situazione di necessità e urgenza, limitatamente al triennio 2019-2021”. Cioè quello di implementazione del reddito.
L’Anpal è l’Agenzia nazionale delle politiche attive, da poco presieduta da Mimmo Parisi, il guru italoamericano dei Big Data arrivato dal Mississippi in Italia e voluto fortemente dal ministro Luigi Di Maio, dopo aver sviluppato negli States proprio un software per la ricerca di lavoro (Mississippi Works). Motivo per il quale Linkiesta aveva sollevato qualche mese fa più di un dubbio sul pericolo di un conflitto di interessi, nel caso in cui lo stesso Parisi si fosse trovato a dover acquistare (come presidente di Anpal) e vendere nello stesso tempo (come imprenditore) la app. Nel suo primo intervento pubblico, d’altronde, Parisi ha spiegato come intenderà lavorare: «Prenderemo tutti i dati disponibili oggi e li elaboreremo… per suggerire alla persona in che modo proseguire».
Ora, all’improvviso, nella bozza che circola dello “sblocca cantieri”, compare una postilla – all’articolo 4 comma 13 – che potrebbe oleare i meccanismi di una possibile aggiudicazione diretta del software. La parte del decreto sul reddito di cittadinanza (all’articolo 6 comma 8) che dice già che per attuare la misura di sostegno anche attraverso “piattaforme informatiche che aumentino l’efficienza del programma e l’allocazione del lavoro, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali può avvalersi di enti controllati o vigilati da parte di amministrazioni dello Stato o di società in house”, verrebbe così modificata e sostituita con la frase: “Attesa la situazione di necessità e di urgenza, limitatamente al triennio 2019-2021, l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (Anpal), quale ente vigilato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, può avvalersi di società in house del Ministero medesimo”.
Una modifica, con l’aggiunta della necessità e urgenza nei tre anni, dal 2019 al 2021, che fa suonare il campanello d’allarme, ponendo qualche domanda sul perché di una tale specifica inserita così di sorpresa. Le società in house del Ministero del Lavoro di cui il governo si potrebbe avvalere per dribblare la necessità di una gara pubblica non sono solo Anpal Servizi e Inapp. Secondo una delibera dell’Anticorruzione del 30 maggio 2018 (numero 484), nell’elenco delle società in house dei ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico che possono operare tramite aggiudicazioni dirette c’è anche Invitalia, di proprietà del Tesoro. Agenzia che, da quello che si dice nei palazzi romani, potrebbe essere la barca favorita dai Cinque Stelle per far transitare l’acquisto diretto del software di incrocio dei dati di domanda e offerta lavoro. Velocizzando così l’avvio delle politiche attive legate al reddito.
Che il ministro Luigi Di Maio stia pensando di comprare o meno la app sviluppata da Parisi negli Stati Uniti, non possiamo dirlo. Quello che si sa è che, mentre ancora le regioni sono in alto mare sul fronte dei navigator, avendo fatto slittare ancora di una settimana la ratifica dell’accordo con il governo, la macchina di Anpal guidata da Parisi è in pieno fermento per la realizzazione di video promozionali da rilanciare sui social, in cui i funzionari (fino a poco tempo fa sconosciuta ai più) raccontano il lavoro che svolgono nella agenzia.
Così come è ancora in bilico la nomina di Gianni Bocchieri come direttore generale di Anpal. Il nome dell’attuale dirigente delle politiche di Istruzione, formazione e lavoro delle Regione Lombardia, indicato dalla Lega come contraltare a Parisi, avrebbe fatto storcere il naso ai grillini. Visti anche i dubbi che in passato Bocchieri aveva espresso pubbliciamente sulla necessità di importare il misconosciuto modello del Mississippi per migliorare le politiche attive italiane. Ora sarebbero proprio i Cinque Stelle a temere l’arrivo del dirigente lombardo di origini siciliane, già collaboratore di Sacconi e Maroni ai tempi della riforma Biagi, oltre che ex capo segreteria di Mariastella Gelmini al Miur. Eppure, alle ultime elezioni della regione Sicilia, erano stati gli stessi grillini ad avvicinare Bocchieri proponendogli la poltrona di assessore regionale al Lavoro per mettere finalmente ordine nell’intricato mondo della formazione siciliana.
https://www.linkiesta.it/it/article/2019/04/04/sblocca-cantieri-anpal-software-parisi/41678/