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Referendum al via, la possibile rivolta trasversale contro il taglio dei parlamentari

RIFORME

La raccolta potrebbe avere successo agendo trasversalmente: ci sono intanto i 14 voti contrari alla Camera, ci sono poi i circa 50 che l’8 ottobre erano assenti, e ci sono molti parlamentari di Fi, Pd e Iv che pur avendo votato a favore pensano che sia giusto che su una riforma così importante si esprimano i cittadini.

di Emilia Patta

17 ottobre 2019


Taglio dei parlamentari: tutte le nuove regole

3′ di lettura

Da una parte i radicali storici, con una delegazione guidata dal segretario Maurizio Turco e dal tesoriere Irene Testa, che ha appena depositato in Cassazione la richiesta di un referendum confermativo di modifica della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari. Una richiesta al momento simbolica, visto che occorrerà raccogliere 500mila firme con tutti i costi che questo comporta, ma mai dire mai.

Dall’altra l’iniziativa partita in Parlamento, con i deputati Roberto Giachetti (renziano di Italia Viva) Debora Bergamini (Forza Italia) e Riccardi Magi (radicale di Più Europa) , che mira ad ottenere il referendum confermativo sullo stesso tema coinvolgendo un quinto dei parlamentari di una Camera come prevede la Costituzione in alternativa alla raccolta delle firme popolari. Ossia 126 deputati e\o 63 senatori (a Palazzo Madama l’iniziativa partirà nelle prossime ore).

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A parte Magi, che come tutti gli eletti di Più Europa ha votato contro la riforma voluta dal M5s e dal suo capo politico Luigi Di Maio, sia Bergamini che Giachetti fanno parte di gruppi che all’ultima votazione dell’8 ottobre hanno votato sì. Segno che il “dazio” pagato a Di Maio è stato ingoiato malamente da buona parte del Parlamento, compreso il Pd che nelle precedenti votazioni aveva votato no con l’argomentazione che si tratta di un taglio lineare che lascia intatta la vera anomalia del sistema istituzionale italiano: il bicameralismo paritario, ossia due Camere che fanno esattamente le stesse cose dando entrambe la fiducia al governo e approvando le stesse leggi nell’identico testo.

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