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Regionali ma anche suppletive, i primi test elettorali del 2020

Secondo i sondaggi sarà un testa a testa tra Bonaccini e Bergonzoni. Il primo è chiamato a difendere la “linea del Piave” del Pd e forse anche del governo Conte; l’altra, con la spinta di Matteo Salvini, proverà a sferrare il colpo decisivo contro la maggioranza giallo-rossa.

Suppletive a Napoli e Roma, l’ipotesi desistenza
Sarà un test di valenza nazionale anche le elezioni suppletive per scegliere il successore di Franco Ortolani, professore di geologia all’Università Federico II di Napoli, eletto al Senato con il Movimento 5 Stelle nel collegio uninominale Campania 7, morto lo scorso 23 novembre a 75 anni (aveva denunciato di avere due tumori «per colpa dei veleni in Campania»). Gli elettori napoletani potrebbero essere chiamati a votare già il 23 febbraio, senza attendere la concomitanza con il voto di primavera per rinnovare la guida della regione.

Anche qui, come per le regionali in Calabria ed Emilia Romagna, si riproporrà la questione della possibile alleanza tra M5S e Pd. Per evitare un favore al centrodestra, qualcuno ipotizza un patto di non belligeranza, considerando che si dovrà votare (presumibilmente nello stesso giorno, l’ultima domenica di febbraio) anche per sostituire alla Camera Paolo Gentiloni, l’ex presidente del Consiglio diventato commissario europeo agli Affari economici nell’esecutivo guidato da Ursula von der Leyen.

La desistenza, promosso soprattutto dal Pd, prevederebbe un candidato a Cinque stelle a Napoli (dove l’ultima parola spetta al presidente della Camera Roberto Fico, decisamente più orientato all’alleanza con i democraticirispetto al capo politico Di Maio), uno del Pd per il collegio di Roma 1 che comprende i quartieri centrali della capitale ed è considerato ancora una roccaforte per la sinistra (a differenza delle periferie). Qui il 4 marzo 2018 Gentiloni fu eletto con il 42% dei voti.

Tra le possibili candidature avanzate dal Pd sono circolati i nomi di Gianni Cuperlo (alle ultime politiche aveva rinunciato a correre nel collegio blindato di Sassuolo) ma anche quello – assai meno probabile – del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri che per assumere l’incarico a via XX settembre si era dimesso da europarlamentare. Nello schema si è però inserita Italia viva di Matteo Renzi che vuole dire la sua e spinge per un candidato civico e fuori di partiti. Come l’ex questore di Roma Francesco Tagliente.

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