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Ricorsi sui vitalizi, la storia della commissione della discordia al Senato

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Il M5s chiede di sciogliere la commissione (accusata di «conflitto di interessi») chiamata a decidere la sorte dei vitalizi degli ex parlamentari che hanno fatto ricorso contro la decisione della loro Camera di appartenenza di ricalcolare con metodo contributivo (e quindi di fatto di tagliare) i loro trattamenti pensionistici

di Andrea Gagliardi

4 febbraio 2020


(Ansa)

3′ di lettura

Sul possibile ripristino dei vitalizi per oltre 700 ex senatori il M5s torna alla carica. E lo fa mettendo in discussione l’imparzialità della presidente del Senato Elisabetta Casellati, chiedendo a quest’ultima di sciogliere la commissione (accusata di «conflitto di interessi») chiamata a decidere la sorte dei vitalizi degli ex parlamentari che hanno fatto ricorso contro la decisione della loro Camera di appartenenza di ricalcolare con metodo contributivo anzicché retributivo (e quindi di fatto di tagliare) i loro trattamenti pensionistici .

M5s: conflitto interessi senatori inaccettabile
«A decidere se far tornare in vita i vitalizi cancellando la delibera del 2018 voluta dal M5s, che ne ha decretato la fine, sarà un organo interno del Senato in totale e pieno conflitto d’interessi. Questo perché tra i suoi componenti ci sono o persone che sono entrate in Parlamento molti anni fa e che quindi hanno tutto l’interesse a far decadere la disciplina attuale per godere personalmente del vitalizio maturato, oppure persone molto vicine ad altri ex senatori che attendono di poter riavere il privilegio» accusa il M5s sul blog delle Stelle, che incalza: «neanche una delibera già approvata riesce a fermare la casta». Sui vitalizi «siamo pronti a dare battaglia, c’è un conflitto di interessi inaccettabile» rincara la dose Vito Crimi, capo politico reggente del M5s.

I due organismi di Camera e Senato
Per capire meglio partiamo dal principio. Febbraio dovrebbe essere il mese decisivo per decidere la sorte dei ricorsi presentati dagli ex parlamentari. Della questione si occupano due organismi interni di Camera e Senato: rispettivamente il Consiglio di giurisdizione e la Commissione contenziosa. Entrambi, in base al principio dell’autodichia (l’autogiurisdizione del Parlamento), sono chiamati a esprimersi come organo giurisdizionale di primo grado. A Montecitorio la camera di consiglio si riunirà il 12 febbraio. Al Senato, invece, dove l’organismo si è ricostituito dopo le dimissioni a novembre del membro del Movimento 5 Stelle, l’appuntamento è per il 20 febbraio.

«Sentenza già scritta»
Ma un articolo del Fatto Quotidiano del 30 gennaio ha parlato di una sentenza già scritta, senza nemmeno aspettare la camera di Consiglio del 20 febbraio. Il verdetto ripristinerebbe i vitalizi nella forma originaria. Senza cioé la sforbiciata del ricalcolo su base contributiva in vigore dal 2019.

I conflitti di interesse denunciati
Lo scorso novembre l’esponente M5S Elvira Evangelista si era dimessa dalla Commissione contenziosa del Senato. Dietro la decisione c’era un presunto conflitto d’interessi svelato dalla stampa: il capo di gabinetto della Casellati, l’ex guardasigilli Nitto Palma, «vanta solidi e prolungati rapporti professionali e politici con il presidente della Commissione Caliendo e con un altro membro, Cesare Martellino», ed era anche «tra i ricorrenti e ha ritirato il ricorso solo dopo l’uscita dei primi articoli di stampa che hanno denunciato quei legami».

https://www.ilsole24ore.com/art/ricorsi-vitalizi-storia-commissione-discordia-senato-ACcs3iGB

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