Il ministro dell’Interno invia una circolare ai rappresentanti di governo: assente la parola “censimento”, provincia per provincia in due settimane dovrà essere stilata e inviata al Viminale una ricognizione di insediamenti legali e illegali, condizioni di criticità e degrado, situazione dei minori. Più volte si raccomanda «il rispetto dei diritti della persona» nelle procedure da adottare. Saranno comunque verificati i documenti dei migranti
di Marco Ludovico
Un’immagine d’archivio del campo Rom di Via Salviati a Roma (Ansa)
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Su questo terreno, per Salvini, la mossa paga sempre. L’ha annunciato e oggi lo rende noto: tutti i prefetti d’Italia hanno tempo 15 giorni per inviare al gabinetto del ministro dell’Interno la loro ricognizione sui campi rom legali e abusivi. Un censimento di luoghi, insediamenti, strutture e manufatti; non, al momento, di persone. Ma il tema non rimarrà sotto traccia. E lo scontro politico avrà nuova linfa. Tanto per non perdere un’altra occasione di scontro con il M5S e l’opposizione.
Prima la mappatura, poi gli sgomberi
Lo schema della circolare del Viminale chiede ai prefetti la «ricognizione degli insediamenti». In dettaglio: la tipologia, «autorizzati» e «abusivi»; la «presenza di reti idriche, elettriche e fognarie» compresi gli «allacci abusivi»; l’elenco di manufatti fissi e strutture mobili come roulotte e camper; i «pregressi incendi» o altri episodi a rischio «per l’incolumità pubblica»; le condizioni dei minori, il tasso di abbandono scolastico o la presenza di «episodi pregiudizievoli» per i bambini.
D’intesa con i Comuni, Salvini chiede ai rappresentanti del governo «lo sgombero degli insediamenti illegali». L’indicazione è di fare «ordinanze di demolizione e rimozione delle opere abusive» come «roulotte e case mobili ancorate al suolo». L’Interno raccomanda «nel contempo di attivare positive dinamiche di ricollocamento degli interessati».
Il rischio di roghi e incendi tossici
La circolare, oggetto “Insediamenti di comunità Rom, Sinti e Caminanti”, sottolinea un aspetto certo critico: il degrado ambientale spesso oltre ogni limite, con numerosi rischi per la salute di tutti. «Frequentemente sono presenti accumuli di materiali sversati illecitamente o comunque di provenienza illecita che generano un elevato rischio di incendi o roghi tossici, anche dolosi, esponendo chi abita nelle vicinanze e gli stessi occupanti a concreti rischi di per l’incolumità e la salute». È altrettanto certo come finora per questi roghi non si è trovata una soluzione efficace. Un problema annoso a dir poco.
La raccomandazione: rispetto dei diritti della persona
Evitato il termine “censimento” per non incorrere nell’immediata censura com’era già accaduto in passato, la nota ministeriale sottolinea come la ricognizione debba svolgersi «nel rispetto dei diritti della persona». E poi di nuovo: i prefetti dovranno «acquisire utili elementi di conoscenza» nella mappatura di insediamenti e campi nomadi «nel rispetto delle normative nazionali e internazionali». La doppia raccomandazione non sfugge, il rispetto delle norme in capo a un prefetto dovrebbe essere scontato. Ma forse il passaggio aveva una sua necessità politica.
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