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Roma, l’assessore al Personale: «Altre 1.300 assunzioni al Comune»

«Dal 2016 a oggi, su input della sindaca Virginia Raggi, abbiamo puntato moltissimo sulla rigenerazione della macchina amministrativa. Alle 3.581 assunzioni fatte dal primo luglio 2016 ne aggiungeremo circa 1.300 entro settembre». Agenti di polizia municipale e amministrativi, questi ultimi destinati a potenziare «i servizi di maggiore prossimità, a partire dai municipi e dai Dipartimenti che oggi presentano maggiori carenze». Antonio De Santis, il super assessore capitolino a Personale, Anagrafe e stato civile, Servizi demografici ed elettorali, annuncia al Sole 24 Ore la nuova infornata di personale all’ombra del Campidoglio, che conta 23.500 dipendenti e che negli ultimi quattro anni ha visto andare in pensione 2mila persone.

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Un’operazione quasi a costo zero: la gran parte dei nuovi ingressi, spiega De Santis, «sarà autofinanziata grazie a quota 100: un lavoro portato avanti con l’assessore al Bilancio, Gianni Lemmetti, proprio per rigenerare la macchina inserendo nuove competenze e nuovo entusiasmo all’interno dell’ente». Circa 500 unità andranno a ingrossare le file della polizia municipale, attraverso la trasformazione a tempo indeterminato di altrettanti contratti oggi a tempo determinato. Una voce che vale 8 milioni di euro, di cui quasi la metà, secondo le stime, sarà coperta proprio dai pensionamenti. Ma il grosso – 800 assunzioni – riguarderà nuovi amministrativi. «Sono scorrimenti della graduatoria del maxi concorso del 2010 – afferma De Santis – che abbiamo sbloccato nel 2016. Nel 2018 abbiamo ultimato le assunzioni di tutti i 1.995 vincitori, poi abbiamo cominciato a scorrere le graduatorie degli idonei, che scadranno nel settembre 2019. Ecco perché le assunzioni vanno portate a termine entro quella data».

La cifra complessiva dei nuovi assunti è stata determinata calcolando da un lato il numero di cessazioni certe in programma a giugno (sulla base delle domande per quota 100 inoltrate a gennaio) e dall’altro «raccogliendo a livello statistico le informazioni sul secondo ciclo di uscite, quelle che saranno chieste a giugno per dicembre, garantendo la copertura finanziaria necessaria fino a fine anno».

Il maxi-piano di 1.300 assunzioni viene reso noto nel giorno in cui il “Ddl concretezza” della ministra della Pa, Giulia Bongiorno, torna al Senato per la terza lettura. Nel testo le nuove norme anti-furbetti del cartellino: l’obbligo per le amministrazioni di dotarsi di sistemi di verifica biometrica dell’identità e di videosorveglianza degli accessi. «Seguiremo la legge», commenta l’assessore, che però tiene a precisare come «per troppo tempo il dibattito culturale attorno alla pubblica amministrazione si sia incentrato sulle patologie della Pa. Ben vengano i controlli, ma crediamo che vadano associati alla valorizzazione del merito e delle competenze».

De Santis, fino allo scorso gennaio delegato al Personale della sindaca, ha avuto il merito di risolvere l’annosa partita del salario accessorio e di varare nel 2017 il nuovo contratto decentrato per i dipendenti di Roma Capitale, che ha introdotto in anticipo rispetto alla contrattazione nazionale il criterio della “produttività di struttura”. Per il rinnovo dell’integrativo, su cui è aperto il confronto con i sindacati, sono sul piatto 161 milioni, di cui 130 milioni per la parte fissa e 31 per quella variabile. «L’impianto del vecchio contratto sarà confermato, ma puntiamo su un piccolo ampliamento della produttività individuale», dice De Santis. Che già guarda oltre le prossime assunzioni, con l’obiettivo di svecchiare ulteriormente una forza lavoro che ha un’età media di 55 anni: «Dopo settembre lanceremo i nuovi concorsi, che seguiranno criteri diversi». Quali? L’idea «è individuare profili multitasking, dall’istruttore digitale all’istruttore amministrativo all’istruttore tecnico, oggi suddivisi tra le diverse professioni, con bandi e graduatorie diverse. Un passo che aiuterà a economizzare le procedure concorsuali e a disporre di figure flessibili, da allocare incrociando fabbisogni e competenze». Nella speranza che non cresca soltanto la quantità dell’apparato romano, ma anche la qualità dei servizi ai cittadini.

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