Tutti insieme, grillini e leghisti, si sono genuflessi davanti a Putin ospitato a Roma con gli onori riservati ai grandi statisti, con tanto di spazio aereo chiuso e strade eccezionalmente fatte pulire da Virginia Raggi che da allora si è messa in ferie per il troppo lavoro. Di Battista non si è perso un regime autoritario del Sudamerica e per completare il grande slam ora si dedica agli ayatollah iraniani. Di Stefano, invece, è un professionista di tutte le Russie: alla Farnesina ha ospitato i rappresentanti della Bielorussia, uno dei regimi meno liberi del mondo secondo Freedom House, invocando «profondi legami di solidarietà e amicizia tra i due popoli», ma basta vedere sui suoi social come gli brillavano gli occhi durante le visite in Kazakistan, dove salutava gli studenti locali di una scuola italiana come una specie di Borat nostrano in un improvvisato “studio culturale sull’Italia a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan”.
Le vicende estere dei populisti di casa sono imbarazzanti, se solo l’imbarazzo fosse ancora motivo di disagio. C’è la corte serrata ai nazionalisti ungheresi, a quelli polacchi, ai gilet gialli e a qualsiasi fuori di testa di estrema destra del nord Europa, sia da parte di Di Maio sia da parte di Salvini. Senza dimenticare la retorica da operetta autarchica contro gli storici alleati dell’Italia, la Francia e la Germania, e poi i piani A (referendum, Cinque stelle) e B (operazione Savona, Lega) per uscire dall’Euro, le provocazioni di Borghi e Bagnai per accendere la miccia e che ci sono costate miliardi, le accuse strampalate ai tedeschi e agli olandesi di aver attaccato l’Italia con Carola Rackete, le bufale sul Franco cfa di Di Battista e, da ultimo, anche quelle sul fondo salva stati che secondo Salvini, che da vicepremier ha promosso la riforma ora contestata, sarebbe un’istituzione privata di Bruxelles costituita per mettere le mani nei conti correnti degli italiani al fine di salvare le banche tedesche.
Di fronte a queste menzogne ripetute sapendo di mentire non c’è un rimedio praticabile. Non si tratta di avere opinioni diverse, che sarebbero legittime e auspicabili, qui abbiamo i due principali partiti italiani, quello che oggi ha più parlamentari e quello che potrebbe avere la maggioranza alle prossime elezioni, che lavorano di concerto con i nemici del nostro paese, con tutti i nemici del nostro paese, alla luce del sole, nei salottini del Metropol e nelle sedi diplomatiche, per indebolire i rapporti con gli alleati occidentali, per destabilizzare l’Italia e per demolire l’Unione europea al fine di farci uscire dall’euro e di consegnarci alla Russia o alla Cina, o a entrambi. Tutto questo accade sotto l’occhio improvvisamente sbadato della magistratura, nonostante solitamente sia pronta a sgominare anche solo una giunta comunale. Qui niente. Avessimo l’istituto dell’impeachment, come in America, questo sarebbe un caso facile facile.
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