avvocatoinprimafila il metodo apf

Salvini, Meloni e il caso Orban: «governissimo» più lontano

Swg: cresce Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni

2′ di lettura

Pieni poteri al capo del governo senza limiti di tempo. Parlamento chiuso e decreti reiterati, elezioni congelate e limitazioni serie alla stampa. Non bastassero le tradizionali divisioni nostrane sull’Europa, la decisione del Parlamento ungherese di conferire poteri semi-dittatoriali a Victon Orban portando di fatto l’Ungheria fuori dalla democrazia e dall’Europa ha contribuito a scavare un solco profondo tra i partiti italiani: con il plauso al premier ungherese di Matteo Salvini e soprattutto di Giorgia Meloni, che ha minimizzato sostenendo che le misure prese da Orban sono simili a quelle prese da Giuseppe Conte, il centrodestra si è messo di fatto fuori dalla strada governativa. Con la conseguenza che le ipotesi di governissimo per gestire l’emergenza e la ricostruzione che verrà sembrano essersi ancor più allontanate dall’orizzonte politico italiano.

L’antieropeismo di Lega e FdI che allontana il «governissimo»
È infatti la discriminante europea ad essere il maggiore ostacolo all’ipotesi governissimo, così come la scorsa estate è stata il maggior ostacolo alla soluzione delle urne anticipate chieste a gran voce da Matteo Salvini, almeno finché il leader della Lega e la sua principale alleata continueranno a soffiare sul fuoco dell’antieuropeismo e del sovranismo. Nei giorni scorsi nei Palazzi romani è risuonato spesso il nome di Mario Draghi, e l’intervista al Financial times dell’ex governatore della Bce in cui si invitava l’Europa a mettere in campo risposte comuni senza badare al debito è sembrata per alcuni avvalorare l’ipotesi di una sua imminente scesa in campo a capo di un governo di unità nazionale.

Il «mantello» steso dal Colle su Conte e Gualtieri
Ma è chiaro che un eventuale governo Draghi, sempre che l’ex governatore della Bce sia disponibile, non sarebbe mai un governo contro l’Europa. La soluzione Draghi, anzi, ancorerebbe ancora di più l’Italia all’Europa, quali che siano le decisioni che l’Unione europea prenderà nelle prossime settimane. Salvini e Meloni avrebbero interesse ad avallare questa soluzione proprio mentre riattivano la campagna contro lo strumento del Fondo salva-Stati e plaudono alla soluzione autoritaria alla crisi di Orban?

Per Draghi la possibile strada del Quirinale. Nel 2022
Proprio come la scorsa estate, e ancor più di fronte alla crisi più grande del Paese dal secondo Dopoguerra, sul governo Conte e sull’asse europeo ed europeista portato avanti dalla triade democratica Gualtieri-Amendola-Gentiloni si è steso nelle scorse ore l’ampio mantello del Quirinale. Ed è proprio il Presidente della Repubblica, in una democrazia parlamentare come la nostra, a tenere la barra della nave in tempesta . Il mandato di Sergio Mattarella scade nel gennaio del 2022. Quando si parla di Draghi, più che a improbabili governissimi dell’oggi, conviene guardare a quella scadenza: chi più dell’ex governatore potrebbe continuare a stendere il mantello sull’ancoraggio dell’Italia in Europa?

Per approfondire:
Ungheria, Orban si prende i pieni poteri
Perché l’ascesa di Meloni scatena il derby populista con Salvini

https://www.ilsole24ore.com/art/salvini-meloni-e-caso-orban-governissimo-piu-lontano-ADcbBYH

Exit mobile version