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Salvini-Renzi, destini incrociati dalla Lombardia a Open arms

I DUE MATTEO

Alleati a loro insaputa, giocano di sponda contro il premier Giuseppe Conte e scommettono su un autunno bollente

di Barbara Fiammeri

Open Arms, no al processo a Salvini. Lui: ho fatto il mio dovere

Alleati a loro insaputa, giocano di sponda contro il premier Giuseppe Conte e scommettono su un autunno bollente

27 maggio 2020


3′ di lettura

«Macché – dice Salvini – io e Renzi siamo come il giorno e la notte». E l’altro Matteo non lo smentisce, anzi, rivendica la posizione garantista che ha portato Italia Viva a non votare il sì al processo per l’ex ministro dell’Interno, indagato a Palermo per quanto accadde ad agosto sulla Open Arms. Che poi questo sia avvenuto nello stesso giorno e nelle stesse ore in cui a Milano la reanziana Patrizia Baffi veniva eletta dalla Lega e da tutto il centrodestra presidente della commissione d’inchiesta sulla Sanità lombarda nella gestione dell’emergenza Covid, è solo una concidenza.

Il vero oggetto dello «scambio» è Conte
Parlare di «scambio» Roma-Milano sarebbe dunque una forzatura. Tant’è vero – sottolinenano i renziani – che «abbiamo già chiersto alla Baffi di dimettersi». È probabile che sia andata davvero così. Ma questo non esclude che «lo scambio» tra i due Matteo sia in corso e abbia alla base un comune obiettivo: il siluramento di Giuseppe Conte.

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Il siluro dei renziani

Lo ha capito anche il premier. Nonostante il riavvicinamento avvenuto nei giorni scorsi accogliendo alcune delle richieste di Italia Viva a partire dalla regolarizzazione degli immigrati, l’ostilità non è venuta meno. E lo dimostra proprio il voto sulla Open Arms. O meglio: le motivazioni che hanno dato i renziani per non votare assieme al resto della maggioranza a favore del processo a Salvini.

Salvini non agì da solo ma assieme a Conte
La ragione non è il garantismo ma – come hanno tenuto a sottolineare – non è stato affatto chiarito se quanto avvenuto lo scorso anno ad agosto è stato determinato da una decisione individuale dell’allora ministro dell’Interno, o «collegiale» del Governo giallo-verde guidato sempre da Giuseppe Conte. Del resto lo dice esplicitamente il renziano Michele Anzaldi: «Il re è nudo. In quella vicenda insieme a Salvini c’erano Conte, Di Maio, Bonafede e tutto il Governo di Lega-M5s. Impensabile voler far finta di nulla».

https://www.ilsole24ore.com/art/salvini-renzi-destini-incrociati-lombardia-open-arms-ADglmWT

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