Una passerella elettorale o un tentativo di riscatto di una terra «sovente dimenticata», come nelle parole del premier Giuseppe Conte? Una usurpazione di poteri nei confronti della Regione o un provvedimento per assicurare il diritto alla salute di tutti i cittadini calabresi? Un rimedio a un danno provocato dal presidente della Regione Mario Oliverio, che «ha usato male i poteri straordinari peggiorando la sanità», come dichiarato dalla ministra Giulia Grillo, o semmai il contrario, considerato che la sanità calabrese è gestita da quasi dieci anni da commissari ad acta nominati dal governo?
La sanità calabrese dopo il Cdm di Reggio
La Calabria si interroga sulla giornata di ieri, sul consiglio dei ministri che si è svolto nella prefettura di Reggio Calabria. Un fatto storico. Insieme a Giulia Grillo e al premier Conte c’era anche Alberto Bonisoli, Luigi Di Maio, Matteo Salvini (assente Danilo Toninelli che si era adoperato per organizzare l’evento all’interno del porto di Gioia Tauro). Per tutti visita ai Bronzi di Riace del Museo archeologico nazionale, poi Salvini a San Ferdinando, nei luoghi bonificati della ex baraccopoli, Grillo ai reparti di Pediatria e Ortopedia del Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria.
18 mesi di misure straordinarie
Al centro del cdm, l’approvazione del decreto sanità per la Calabria, misure straordinarie per risolvere questioni annose e cruciali: ridurre il disavanzo (-160 milioni di euro), innalzare il livello dei Lea (136) e contenere la mobilità sanitaria (300 milioni di euro verso altre regioni). Diciotto mesi di tempo per rimettere in piedi il settore, dalle aziende sanitarie a quelle ospedaliere, attribuendo superpoteri al commissario ad acta, che da dicembre, su nomina della ministra Grillo, è il generale dei Carabinieri Saverio Cotticelli, affiancato dal subcommissario Thomas Schael.
La nomina dei dg e i superpoteri del commissario
Ma il provvedimento, che mette tutto in mano al commissario, esautora in toto la Regione alla quale spetta di nominare i direttori generali. Un incarico strategico, che è stato finora di fiducia politica, coniugata con valutazioni di profilo tecnico. «La giunta non ha mai assunto atti o delibere di gestione, programmazione, controllo, che sono stati invece sempre di pertinenza del commissario», specifica il presidente Oliverio. «Nei prossimi giorni salteranno tutti i commissari delle aziende sanitarie e ospedaliere appena nominati dalla Regione, a eccezione dell’ospedale di Catanzaro, e saranno persino revocate le procedure avviate per le nomine dei direttori generali», spiega Franco Pacenza, delegato regionale alla sanità.
Oliverio, «Farò ricorso alla Consulta»
Il governatore – che è stato invitato solo dalla prefettura e non dal governo alla conferenza stampa organizzata dopo la riunione dei ministri – insorge: «Farò ricorso alla Consulta. Questo decreto è un’operazione di potere e propaganda per cancellare le responsabilità del governo nazionale che da dieci anni gestisce la sanità calabrese. Il cdm annunciato come soluzione ai problemi della Calabria, non ha avuto nulla da dire su lavoro, giovani, infrastrutture. Dicevano sarebbe stato molto più che un atto simbolico. Ma in realtà, i ministri sono arrivati in Calabria solo con un decreto che sancisce e rafforza il fallimento del governo nazionale e delle gestioni commissariali».
Lo sblocco delle assunzioni? «Vedremo»
Rispetto al tema dello sblocco delle assunzioni, sollevato anche nel corso della conferenza stampa, Giulia Grillo è stata incerta: «Vedremo se sarà possibile per le assunzioni già deliberate». Una risposta che lascia perplesso il presidente Oliverio: «Vedremo? Ma come si fa a venire qui in Calabria con un decreto d’urgenza sulla sanità e non prevedere risposte certe e concrete? Abbiamo bisogno di medici e infermieri. Il documento non contiene nessuna norma né investimenti per potenziare e riqualificare i servizi sanitari. È stata un’azione beffarda e mortificante. Il decreto difende solo posti di potere e spinge la sanità calabrese verso il tracollo definitivo». Il riferimento è ad alcuni articoli che prevedono indennità superiori per i commissari (50mila euro + 20mila per le spese, caricati sul capitolo della sanità del bilancio della regione) e la previsione che «l’incarico di commissario ad acta e di subcommissario sia valutabile quale esperienza dirigenziale (art. 15 comma 3)». Franco Pacenza lo chiama decreto Schael: «Questo passaggio consentirà, per esempio, all’attuale subcommissario, nominato dal governo Conte, di diventare direttore generale. Una disposizione ad personam?».
Di Maio, «Ci siamo ripresi la Sanità»
«Ci siamo ripresi la Sanità, che qui, nella migliore della ipotesi era in mano ai partiti, nella peggiore era in mano alla ’ndrangheta», ha dichiarato il ministro Luigi Di Maio annunciando che nei prossimi mesi il governo risolverà «uno alla volta tutti i problemi che da 30 anni a questa parte sono presenti in questo territorio». Il premier Conte ha assicurato che la riunione in prefettura di ieri non sarà un passaggio isolato. L’attenzione del governo sulla Calabria sarà costante». E ha elencato gli interventi per il dissesto idrogeologico, le manutenzioni, il risparmio energetico, il wifi gratuito nei piccoli comuni, la messa in sicurezza delle strade. Ha annunciato strategie per evitare il dissesto finanziario di Reggio Calabria e ha elogiato infine «l’intenso lavoro già svolto per il porto di Gioia Tauro dal ministro Toninelli». Oliverio controbatte: «Diciamo le cose come stanno, sul porto ci sono 150 milioni di euro di risorse già destinate dall’accordo di programma quadro siglato tre anni fa da Governo e Regione, ma ancora tutti da sbloccare».
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