La comunicazione al Capo dello Stato nel corso di un colloqui al Quirinale. A chiedere le dimissioni di Fuzio erano stati, nelle ultime ore, sia l’Associazione nazionale magistrati (Anm) sia i vertici di Unicost, una delle correnti della magistratura
di Vittorio Nuti
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Passo indietro del Procuratore generale della Cassazione Riccardo Fuzio, nell’occhio del ciclone per un incontro con l’ex presidente dell’Anm Luca Palamara in cui gli avrebbe rivelato dettagli sull’inchiesta a suo carico per corruzione in corso a Perugia. Fuzio ha rassegnato le sue dimissioni da Pg questa mattina, nel corso di un colloquio al Quirinale durante il quale ha comunicato al capo dello Stato e presidente del Csm, Sergio Mattarella la propria richiesta «di essere collocato a riposo anticipato», con un anno di anticipo, indicando come data di decorrenza quella del 20 novembre 2019.
A spiegare il differimento temporale tra la comunicazione al Colle e l’effettivo «riposo anticipato» provvede un comunicato del Csm. «Il vicepresidente del Csm e il primo presidente della Corte di Cassazione – si legge nella nota di Palazzo dei Marescialli – in considerazione della unicità ordinamentale della funzione esercitata dal procuratore generale in ambito disciplinare e quale componente di diritto del Csm, hanno chiesto che la data di collocamento a riposo tenga conto dei tempi per espletare la procedura di nomina del nuovo procuratore generale al fine di evitare che si determini discontinuità nella funzione di titolare dell’azione disciplinare obbligatoria».
Il presidente della Repubblica «ha preso atto della decisione del dott. Fuzio di presentare domanda di collocamento a riposo anticipato, decisione assunta con senso di responsabilità a conclusione di un brillante percorso professionale al servizio delle istituzioni». Mattarella, sottolinea una nota diffusa nel tardo pomeriggio dal Quirinale, ha espresso al Pg «apprezzamento per il rigore istituzionale con cui ha assicurato il tempestivo esercizio dell’azione disciplinare in una contingenza particolarmente delicata per la magistratura».
A chiedere le dimissioni di Fuzio – bersaglio delle polemiche per le intercettazioni dei suoi colloqui con il pm Palamara e per il suo coinvolgimento diretta nella vicenda delle nomine del Csm – erano stati, nelle ultime ore, sia l’Associazione nazionale magistrati (Anm) sia i vertici di Unicost, una delle correnti della magistratura. Uno degli ultimi atti del Pg Fuzio, membro di diritto del Csm , è stato l’avvio dell’ azione disciplinare nei confronti di Cosimo Ferri, deputato dem ma ancora magistrato in aspettativa, anche lui coinvolto nello scandalo che sta sconvolgendo il Csm.
L’azione disciplinare riguarderebbe proprio il cosiddetto “mercato delle nomine” svelato dall’inchiesta di Perugia che vede indagato l’ ex presidente dell’ Anm Palamara. Ferri è uno dei partecipanti alla riunioni in cui Palamara, togati del Csm e il deputato Luca Lotti discutevano dei futuri assetti della procure, a partire da quella di Roma . Fuzio aveva già esercitato l’ azione nei confronti di Palamara e di cinque consiglieri del Csm, anche loro coinvolti nella vicenda, quattro dei quali si sono dimessi, mentre resta autosospeso il togato di Magistratura indipendente Paolo Criscuoli.
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