Stand by politico per l’onorevole dem ed ex ministro del Governo Renzi Luca Lotti, al centro delle polemiche per il suo ruolo nello scandalo delle nomine al Csm. In una lettera indirizzata via Facebook al segretario Nicola Zingaretti Lotti annuncia oggi la sua «autosospensione» dal Partito democratico «fino a quando questa vicenda non sarà chiarita». «Lo faccio- si legge nella lettera – non perché qualche moralista senza morale oggi ha chiesto un mio passo indietro. No. Lo faccio per il rispetto e l’affetto che provo verso gli iscritti del Pd, cui voglio bene e perché voglio dimostrare loro di non avere niente da nascondere e nessuna paura di attendere la verità».
«Apprendo oggi dai quotidiani che la mia vicenda imbarazzerebbe i vertici del Pd» scrive Lotti in un altro passaggio, e «il responsabile legale del partito (il tesoriere Luigi Zanda, ndr) mi chiede esplicitamente di andarmene per aver incontrato alcuni magistrati e fa quasi sorridere che tale richiesta arrivi da un senatore di lungo corso già coinvolto – a cominciare da una celebre seduta spiritica – in pagine buie della storia istituzionale del nostro Paese». «I fatti sono chiari – prosegue Lotti – «ma io, caro Segretario, non partecipo al festival dell’ipocrisia». Quindi, continua la lettera, «continuerò il mio lavoro con tanti amici in Parlamento per dare una mano contro il peggior Governo degli ultimi decenni che sta riportando l’Italia in crisi e mantenendo l’impegno che ho preso con 64.252 cittadini che mi hanno scelto nel collegio di Empoli e verso i quali provo rispetto». «La verità è una sola – si legge ancora nel post – e l’ho spiegata ieri: non ho fatto pressioni, non ho influito nel mio processo, non ho realizzato dossier contro i magistrati, non ho il potere di nominare alcun magistrato. Chi dice il contrario mente».
Si allunga intanto l’elenco dei magistrati componenti togati del Csm coinvolti nell’inchiesta della Procura di Perugia sul pm di Roma Luca Palamara (ex Csm ed ex presidente dell’Anm) che hanno lasciato Palazzo dei Marescialli, la sede romana del Consiglio superiore della magistratura. Dopo quelle presentate nei giorni scorsi da Luigi Spina (MI), Gianluigi Morlini (Unicost), e Antonio Lepre (MI) oggi sono arrivate le dimissioni ufficiali di Corrado Cartoni (MI), preannunciate ieri, mentre rimane autospeso Paolo Criscuoli (anche lui MI) . In una lettera indirizzata al vicepresidente del Csm David Ermini Cartoni spiega di non aver « mai parlato di nomine», e che il suo passo indietro non è «per ammissione di responsabilità, ma per senso delle istituzioni. Non mi è stato consentito di difendermi, e lo farò nel procedimento disciplinare. Preciso che non ho mai parlato di nomine, come erroneamente oggi mi attribuisce un quotidiano».
A Cartoni subentrerà Ilaria Pepe, giudice di Autonomia e Indipendenza (la corrente che ha tra i fondatori Piercamillo Davigo, al Csm in quota Cassazione), seconda dei non eletti alle votazioni dell’ anno scorso per il rinnovo del Csm. Anche al posto di Morlini subentrerà un magistrato di Autonomia indipendenza: si tratta di Giuseppe Marra, di cui proprio ieri il Csm ha decretato il ritorno nel ruolo della magistratura (era distaccato al Ministero della Giustizia). In questo modo la corrente raddoppierà la sua rappresentanza al Csm. Attualmente oltre a Davigo c’è solo un altro consigliere di Autonomia e Indipendenza, Sebastiano Ardita.
Lunedì prossimo una riunione straordinaria del plenum del Csm provvederà ad eleggere un nuovo giudice della Sezione disciplinare in sostituzione di Cartoni, oggetto di un procedimento disciplinare come gli altri tre dimissionari. Ieri il capo dello Stato nonchè presidente del Csm Sergio Mattarella ha invece indetto le elezioni suppletive a ottobre per i due componenti togati del Consiglio superiore destinati a sostituire i pm dimissionari Lepre e Spina, e per consentire al Parlamento la riforma delle regole elettorali.
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