Tre domeniche, tre elezioni suppletive. Il 23 febbraio si vota a Napoli, il 1 marzo a Roma, l’8 marzo in Umbria. In ballo ci sono due banchi del Senato e uno alla Camera. E visti i numeri risicati della maggioranza giallorossa a Palazzo Madama e le fibrillazioni di governo, i tre appuntamenti non sono da sottovalutare. Se dovessero vincere i candidati di centrodestra, la vita del Conte bis potrebbe diventare ancora più complicata. In tutti e tre i casi il centrodestra si presenta con un candidato unitario. Mentre Pd e Cinque Stelle corrono rigorosamente ciascuno con i propri nomi.
A essere chiamati alle urne sono gli elettori di tre collegi uninominali per eleggere i sostituti di tre parlamentari. Il 23 febbraio, nel collegio Campania-7 del Senato, si dovrà scegliere il successore del senatore Franco Ortolani, eletto con il Movimento Cinque Stelle nel marzo 2018 e deceduto il 22 novembre. Il voto riguarda un napoletano su due, in 14 diversi quartieri. Parliamo di un collegio finora considerato “sicuro” dai grillini, ma che con il Movimento in caduta libera ora potrebbe essere in pericolo. Qui, come riporta YouTrend, nel 2018 i Cinque Stelle raccolsero più di 100mila voti, pari al 53,2%, una delle percentuali più alte raggiunte alle ultime politiche dal Movimento. Ecco perché, dopo due anni di governo con la Lega prima e col Pd poi, il voto del 23 febbraio rappresenta un tagliando per i grillini. Che proprio in questo collegio alle europee del 2019 hanno perso oltre 37mila voti rispetto alle politiche, con la Lega passata da poco più di 5mila voti a oltre 20mila.
A contendersi la poltrona del Senato sono in cinque. Per il Movimento Cinque Stelle c’è Luigi Napolitano, scelto dalla piattaforma Rousseau. Per la coalizione di centrodestra Salvatore Guangi. Mentre il candidato di centrosinistra è il giornalista Sandro Ruotolo, che però corre come “civico” e senza simboli di partito. Lui stesso, tra l’altro, ha dichiarato che in caso di elezione siederà tra i banchi del sempre più folto Gruppo Misto. A completare la cinquina, il professore Giuseppe Aragno, che corre per Potere al Popolo, e Riccardo Guarino della lista Rinascimento Partenopeo.
Dopo Napoli, l’altro seggio conteso sarà a Roma, dove si voterà nel collegio Lazio 1-01, quello del centro storico, per scegliere il sostituto di Paolo Gentiloni, Pd, che ha lasciato Montecitorio dopo la nomina a commissario europeo per gli affari economici. E qui il Partito democratico, dopo il no a Federica Angeli, ha sfoderato il nome del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, che si presenta come candidato unitario con un simbolo sostenuto anche da Italia Viva e LeU. I Cinque Stelle hanno scelto Rossella Rendina senza passare per la piattaforma Rousseau, perché la sua era l’unica candidatura tra quelle arrivate che ha rispettato tutti i requisiti previsti dal regolamento. La coalizione di centrodestra punta su Maurizio Leo di Fratelli d’Italia, già assessore al Bilancio di Roma Capitale della giunta Alemanno. Che, da professore di diritto tributario, aveva chiesto a Gualtieri un confronto pubblico sui temi fiscali. Confronto che però Gualtieri avrebbe rifiutato, secondo quanto denunciato da Leo dal palco dell’evento organizzato dalla Lega all’Eur.
Gli altri candidati in lizza sono poi Marco Rizzo per il Partito comunista, Mario Adinolfi con il Popolo della famiglia, Luca Maria Lo Muzio Lezza con la lista Volt ed Elisabetta Canitano con Potere al Popolo. Alle ultime politiche, in questo collegio, rimasto uno dei pochi fortini rossi della città, il Pd arrivò al 42%. Dalle urne del 1 marzo potrebbe misurarsi lo stato di salute dei Dem e lo stato di avanzamento del centrodestra in città, anche in vista delle comunali.
E infine l’Umbria, dove nel collegio Umbria-2 del Senato dovrà essere sostituita la ex senatrice leghista Donatella Tesei, eletta alla presidenza della Regione. Anche qui non sono prese a cuor leggero. Il 24 febbraio Matteo Salvini non a caso sarà nella regione per tenersi stretto il banco del Senato, in supporto della sua candidata Valeria Alessandrini, appoggiata anche da Fratelli d’Italia e Forza Italia. Farà un giro tra Narni e San Gemini, dove incontrerà rappresentanti sindacali e lavoratori dello stabilimento delle Acque Sangemini in crisi. Il centrosinistra proverà a soffiargli il posto in Senato con Maria Elisabetta Mascio, ex dirigente scolastico, sostenuta anche da Sinistra civica verde. I Cinque Stelle puntano su Roberto Alcidi, operaio metalmeccanico, oggi disoccupato, anche lui scelto senza consultazione online perché unico candidato ad aver rispettato il regolamento grillino. Armida Gargani per la lista Riconquistare l’Italia.
Ma dalla Lega umbra hanno già alzato il tiro. «È una partita anche per riconquistare il governo del Paese», ha detto il segretario del Carroccio regionale Virginio Caparvi. «Questo governo pericoloso si tiene in piedi per cinque senatori e quindi non possiamo permetterci di regalargli nulla». Molto dipenderà anche dalla affluenza dei tre appuntamenti, che di solito alle suppletive è molto bassa. A Cagliari, dove si sono tenute le prime suppletive della legislatura il 20 gennaio 2019, andò alle urne solo il 15,6% degli aventi diritto. In quel caso il centrosinistra sfilò il seggio ai Cinque Stelle.
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