Se il premier dopo le comunicazioni al Senato martedì 20 luglio salirà al Colle per presentarsi dimissionario, il ddl costituzionale sul taglio dei parlamentari si arenerà. Salterà del tutto invece in caso di elezioni anticipate
di Andrea Gagliardi
3′ di lettura
Se, come al momento tutto lascia presagire, il premier Giuseppe Conte dopo le comunicazioni al Senato martedì 20 luglio salirà al Colle per presentarsi dimissionario, il ddl costituzionale sul taglio dei parlamentari si arenerà. Salterà del tutto invece in caso di elezioni anticipate. Anche se il traguardo è vicinissimo. Il provvedimento è in calendario il 22 agosto alla Camera, per l’ultimo passaggio, ossia due giorni dopo le comunicazioni del premier a Palazzo Madama.
L’11 luglio è stato superato il terzo dei quattro round per la sforbiciata. Con 180 sì e 50 no il Senato ha approvato il testo blindato della riforma costituzionale che riduce il numero degli “onorevoli” a quota 600 (contrari Pd, gruppo Misto e Autonomie; Forza Italia non ha partecipato al voto): ossia 345 poltrone in meno (ridotto da 630 a 400 il numero dei deputati e da 315 a 200 quello dei senatori).
PER APPROFONDIRE/ Conte martedì in aula, cosa può accadere
Quella del taglio dei parlamentari è una bandiera del Movimento, che stima risparmi di «100 milioni di euro all’anno, 300 mila euro al giorno». Se Conte si dimette, il lavoro delle Camere si blocca e non si può procedere con il voto, tanto più su una riforma di rango costituzionale. Eppure il lavoro fatto non andrà perso se la legislatura prosegue. In presenza di un accordo politico tra le forze capaci di comporre un nuovo governo (sia esso di scopo, istituzionale o di portata più ampia, ossia di legislatura) si ripartirebbe dal punto in cui si è interrotto il lavoro. Ossia dalla terza lettura del Senato.
PER SAPERNE DI PIÙ / Taglio dei parlamentari snodo della legislatura, chi lo tocca si scotta
https://www.ilsole24ore.com/art/taglio-parlamentari-cosa-succede-se-conte-si-dimette-ACf3wEf