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Taglio dei parlamentari, il duello sui tempi di attuazione

L’EFFETTO SULLA DATA DEL VOTO

Salvini spiazza il Movimento 5 Stelle sulla riduzione di senatori e deputati: per il leader della Lega si può anticipare il via libera definitivo alla riforma che però non impedisce di tornare subito al voto. Dietro la mossa leghista un’interpretazione diversa dell’articolo 4

di Riccardo Ferrazza

13 agosto 2019


Salvini: “Non c è altra maggioranza. Si voti il prima possibile”

2′ di lettura

Mossa a sorpresa di Matteo Salvini nel suo intervento al Senato, riaperto ad agosto per cercare una soluzione alla crisi di governo: il leader della Lega ha spiazzato il Movimento 5 Stelle e ha proposto di anticipare il quarto e definitivo voto sulla riforma costituzionale che riduce il numero di parlamentari, messo in calendario alla Camera per il 9 settembre. «Ho sentito l’amico e collega Luigi Di Maio – è la sfida lanciato in Aula dal capo della Lega – più di una volta ribadire in questi giorni “votiamo il taglio di 345 parlamentari e poi andiamo subito al voto”. Prendo e rilancio: tagliamo i parlamentari la prossima settimana e poi andiamo subito al voto».

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Eppure solo ieri, via Twitter, Salvini aveva scritto: «Il taglio dei parlamentari è un Salva-Renzi. Fino all’anno prossimo non si potrebbe più tornare al voto e la coppia Renzi-Boschi (che ha sempre votato contro) salverebbe la poltrona». Cosa è successo nel frattempo? Proviamo a ricostruire.

La Costituzione (articolo 138) stabilisce che, e ntro tre mesi dalla loro pubblicazione in Gazzetta ufficiale, le leggi di revisione della Carta possano essere sottoposte a un referendum popolare se a richiederlo sono un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. Il referendum si può evitare «se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti». Un obiettivo che, nel caso della riforma che porta i parlamentari a un totale di seicento (rispetto agli attuali 945), non è più realizzabile: il testo, infatti, è passato in seconda lettura al Senato lo scorso 11 luglio con “soli” 180 voti favorevoli (per i due terzi, cioè 210 voti, serviva l’appoggio di Forza Italia che,invece, non ha partecipato al voto). Un referendum è, quindi, possibile.

https://www.ilsole24ore.com/art/taglio-parlamentari-duello-tempi-attuazione-ACHK9be

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