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Taglio parlamentari, scelta la via più facile ma meno efficace

Taglio dei parlamentari: tutte le nuove regole

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Tagliare il numero dei parlamentari non è una idea sbagliata. È sbagliato il modo in cui è stata fatta. Si poteva, e doveva, fare affrontando contestualmente il problema del superamento del bicameralismo paritario.

Ci piace ricordare che siamo ancora l’unico Paese europeo con due Camere che hanno esattamente le stesse funzioni. Dunque, si poteva abolire il Senato e passare a un sistema monocamerale anche senza modificare il numero dei deputati oppure si poteva puntare ad un Senato delle regioni con pochi e qualificati membri riducendo contestualmente il numero dei deputati.

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Si è scelta invece la strada più semplice ma meno efficace per dare al nostro Paese un Parlamento meno costoso e più efficiente. La cosa non deve sorprendere. Il M5s è una strana creatura, un misto di innovazione e di conservazione. È nato per promuovere la democrazia diretta ma allo stesso tempo ha fatto propria l’idea della centralità del parlamento. Introdurre il referendum propositivo va bene, ridurre i poteri del Senato no. Questa è la filosofia del Movimento. E così ci terremo per chissà quanto tempo ancora due Camere identiche.

In verità, questa riforma introduce qualche differenza tra Camera e Senato. Non nelle funzioni ovviamente ma nella rappresentanza. Lo fa involontariamente. Il Senato infatti diventerà una camera un pochino più disproporzionale dell’altra. Con il sistema elettorale in vigore i seggi proporzionali sono qui 199 e quelli maggioritari (i collegi uninominali) 116. Con il taglio diventeranno rispettivamente 126 e 74.

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