Nella riunione tra capidelegazione il Pd critico sui tempi troppo stretti per mettere in campo un piano per la ripresa economica. Nei programmi del premier l’iniziativa doveva partire già lunedì
Nella riunione tra capidelegazione il Pd critico sui tempi troppo stretti per mettere in campo un piano per la ripresa economica. Nei programmi del premier l’iniziativa doveva partire già lunedì
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Tensione nel Governo per l’avvio della Fase 3 con gli “Stati generali dell’economia” annunciati dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte nella conferenza stampa del 3 giugno. Dissapori che sono venuti allo scoperto nella riunione del premier con i capidelegazione, presenti il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e quello del Mise Stefano Patuanelli.
Le critiche del Pd
A non nascondere le critiche del Pd, secondo quanto raccontano fonti di maggioranza, è Dario Franceschini. Con decine di miliardi da spendere non è possibile mettere in campo un piano per la ripresa economica in pochi giorni, è meglio trasformare l’evento in un’occasione di ascolto, sarebbe stato il ragionamento del capodelegazione Dem. E mentre il M5S si dice pienamente d’accordo con l’iniziativa di Conte, Iv mantiene una posizione non contraria agli Stati generali ma a una condizione: che si evitino passerelle inutili e si facciano cose concrete, spiegano fonti renziane.
Lo slittamento
Appare impossibile che il calcio di inizio alle riunioni avvenga lunedì, come era nelle intenzioni iniziali di Conte. Da definire peraltro il profilo organizzativo: quali saranno le personalità che, oltre ai sindacati e alle associazioni di categoria, parteciperanno alle riunioni? Il fine settimana – quando tra l’altro arriverà sul tavolo di Palazzo Chigi l’ultimo rapporto “economico” della task force Colao – potrebbe portare consiglio. Ma le incognite a corollario dell’organizzazione degli Stati generali sono diverse. A partire dall’Europa.
Conte prende tempo, concentrandosi sul suo obiettivo principe: un Recovery Fund che abbia una tempistica per la prima tranche di fondi in linea con le richieste dell’Italia. Fino alla prima metà di luglio, quando potrebbe esserci il Consiglio Ue finale sul piano di aiuti, il Mes in Parlamento non approderà.
Autostrade, dossier fermo
Alla riunione di governo i nodi Aspi e Mittal non sono stati neppure toccati. Le posizioni del M5S sul dossier Autostrade non si ammorbidiscono, risentendo dei sommovimenti interni ai Cinque Stelle, dove la sospensione per un mese di Ignazio Corrao e il riemergere di Alessandro Di Battista ha riportato in trincea l’ala “movimentista”. Movimento che, del resto, al momento ha scelto di correre con il Pd solo in Liguria in vista delle prossime Regionali, imboccando una via non certo sgradita a Luigi Di Maio.
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