Quest’anno il Pil della regione potrebbe segnare un -0,1%
di Andrea Marini
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L’Umbria di avvicina al voto del 27 ottobre con una situazione economica non certo rosea. «Una delle regioni più pesantemente colpite dalla crisi economica, con difficoltà anche nella fase di ripresa», ha scritto Banca d’Italia nel suo ultimo report sull’economia regionale. Una difficoltà che si esprime in un tasso di disoccupazione giovanile sopra il 30% e una economia che quest’anno potrebbe entrare in recessione.
Lo spettro della recessione
Secondo la società di consulenza Prometeia, il Pil dell’Umbria l’anno scorso si è allineato sul valore dell’Italia: +0,9% rispetto al 2017. Tuttavia per quest’anno il trend inizia a divaricarsi, con la regione che dovrebbe scivolare in territorio negativo (-0,1%) a fronte di un +0,1% del totale nazionale. La situazione dovrebbe migliorare nel 2020, ma l’Umbria, con il suo +0,4%, dovrebbe restare ancora lontana dal treno del resto d’Italia (+0,6%).
Frena l’export
Negli scorsi anni, a tenere a galla l’economia regionale erano state soprattutto le vendite alle’stero: +8,7% nel 2018 sul 2017, un trend superiore alla media nazionale (+3,1%). Ma ora iniziano ad accendersi i primi campanelli d’allarme: il dato del primo semestre 2019 segna un modesto +1,8% (+2,7% la media nazionale). Perdite pesanti soprattutto per il settore metallurgico (-4,5%) e i mezzi di trasporto (-23,4%).
Giovani, quasi un terzo cerca lavoro
In questo quadro generale, il tasso di disoccupazione si è ancora mantenuto al di sotto della media nazionale: 8,6% contro 9,8% nel secondo trimestre 2019. Anche se Banca d’Italia collega il calo dell’ultimo periodo alla «minore offerta di lavoro». A preoccupare è soprattutto la disoccupazione giovanile (15-24 anni) che resta distante dalle regioni virtuose del Nord: 31,1%.
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