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Umbria, laboratorio per un patto M5s-Pd. Ma resta il nodo candidati

Tramontata l’opzione Cucinelli (l’imprenditore ha ribadito la sua indisponibilità a guidare il patto civico per la Regione Umbria proposto da Luigi Di Maio), al momento nell’area di centro sinistra e civica l’unica candidatura in pista rimane quella di Andrea Fora, ex presidente di Confcooperative Umbria e considerato vicino al mondo cattolico e sociale, che prosegue la sua campagna. Ma il M5S è tornato a far filtrare il suo netto “no” a Fora. Il motivo? Fora, per il Movimento, è troppo legato ai dem. «Presidente della Regione e membri della Giunta devono essere tassativamente espressioni della società civile, i simboli del Pd e del M5S non devono comparire», è la conditio sine qua non che ribadiscono nel Movimento. Ma la trattativa prosegue e, a portarla avanti in questa fase attraverso i loro sherpa, sono Di Maio e Nicola Zingaretti.

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Il laboratorio umbro, del resto, farebbe da apripista ad alleanze giallo-rosse nella altre Regioni chiamate al voto nei prossimi mesi, Emilia-Romagna e Calabria innanzitutto. In Emilia i dem sono compatti dietro il governatore uscente Stefano Bonaccini, e sperano in una sorta di desistenza del M5S dopo l’intesa stretta per il governo nazionale. Anche perché i 5s ancora non hanno scelto il proprio candidato. Tuttavia in regione è forte l’anima pentastellata contraria all’intesa con i dem. In Calabria, dove si dovrebbe votare tra fine 2019 e inizio 2020, il Pd ha chiesto un passo indietro al governatore uscente Mario Oliverio.

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