Per il prossimo anno accademico, “laddove l’epidemia lo permetta”, “ci organizziamo per una riapertura completa”, in presenza, delle Università, ma garantendo “flessibilità” per andare incontro anche alle “esigenze degli studenti”, in particolare dei fuori sede. Lo ha detto Maria Cristina Messa, ministra dell’Università e della Ricerca, in un dialogo online con Michele Brambilla, direttore di Quotidiano Nazionale e il Resto del Carlino. “L’unico aspetto per cui ho chiesto agli atenei di essere attenti – ha detto Messa – è quello di riportare studenti in aula senza forti coercizioni”.
“Molti atenei si sono già attrezzati per riaprire in presenza sia per le lezioni sia per gli esami”, spiega la ministra, che sottolinea l’esigenza di “flessibilità”, ad esempio “se a ottobre dovessimo avere problemi, essere rapidi di cominciare l’alternanza tra presenza e distanza”. Agli atenei ha chiesto di riportare gli studenti in aula con gradualità “perché ci sono tanti studenti fuori sede che in questo momento non vogliono riaffittare e spendere per trasferirsi, ma che trovano tanto comoda la Dad. Vanno convinti a ritornare in sede – sottolinea Messa – ma farlo dal giorno alla notte non è secondo me adeguato. Devi anche andare incontro alle esigenze degli studenti”. Insomma l’Università “riprenderà in presenza, tutti vogliono la presenza – continua – e mano mano che passano l’ansia e l’angoscia credo ci sarà anche la ripresa spontanea. L’importante è avere flessibilità, adottare metodi attrattivi degli studenti per riportarli volontariamente in sede”. Terzo aspetto, chiarisce, avere “tutte le precauzioni a disposizione”, anche tamponi a campione da fare ogni tanto e presidi sanitari.
Fonte Ansa.it