In teoria il concetto è: una persona, un voto. In realtà le cose possono andare in modo molto diverso. Si pensi, per esempio, all’iter per l’approvazione del celebre Habeas Corpus, provvedimento miliare della storia inglese (e anche mondiale) del 1679, cui cui si sanciva il principio dell’inviolabilità personale del cittadino: con questa legge, per esempio, all’arrestato veniva riconosciuto il diritto di conoscere le cause del suo arresto, e veniva ribadita la necessità che questo venisse convalidato da un magistrato. Una svolta storica, insomma. Che fu raggiunta grazie a un errore di calcolo.
Per seguire il calcolo delle votazioni furono scelti Lord Grey e Lord Norris. Il primo era un burlone, mentre il secondo era soggetto a cambiamenti di umore e a cali dell’attenzione. La combinazione delle due cose si rivelerà fatale: a un certo punto, Lord Grey vede avvicinarsi un lord molto grasso e decide di contarlo come 10. Era una battuta, all’inizio. Poi si accorge che Norris, in preda a uno stato catalettico, non aveva notato niente e, al contrario, aveva proceduto a registrare il numero. Stati seri, si direbbe. Il modello anglosassone, si aggiungerebbe.
Fu allora così che, al conto finale, proprio grazie a quei voti, si registrò una maggioranza favorevole alla nuova legge. L’Habeas Corpus, come documenta lo storico Gilbert Burnet esaminando le minute della sessione, è passato grazie a uno scherzo. O, se si vuole, a una piccola truffa numerica.
Niente di nuovo, per carità. Da quando esiste il meccanismo del voto, esistono sistemi per modificarlo, manipolarlo o contraffarlo. All’epoca si faceva approfittando della scarsa attenzione dei controllori. Adesso basta una piattaforma online che ha lo stesso nome di un filosofo svizzero. Dall’uno vale uno all’uno vale dieci, la strada è breve. E il primo passaggio è l’uno vale due. Inteso come governi.
https://www.linkiesta.it/it/article/2019/08/27/habeas-corpus-truffa/43316/