In corso a Bruxelles il summit dei capi di Stato e di governo europei: sul tavolo il nodo dei fondi Ue per la ripresa post-Covid e il pacchetto finanziario anticrisi, il Recovery Fund
In corso a Bruxelles il summit dei capi di Stato e di governo europei: sul tavolo il nodo dei fondi Ue per la ripresa post-Covid e il pacchetto finanziario anticrisi, il Recovery Fund
4′ di lettura
Delude Giuseppe Conte la “fumata nera” del primo giorno di Consiglio europeo. Il premier italiano è “determinato” a portare a casa non solo un Recovery fund di portata storica, con intatti tutti i 750 miliardi della proposta iniziale, ma anche meccanismi “efficaci” per accedere ai fondi: è cruciale poter mettere a terra le risorse entro il 2021, senza l’ombra di una “troika” a legare le mani al Paese.
La mediazione di Michel
Per tutto il giorno prosegue la sfida con il premier olandese Mark Rutte: “Nulla è incrollabile”, dice Conte intorno all’una di notte, rientrando in albergo visibilmente stanco, dopo quattordici ore di vertice. Si è trattato duramente per tutto il giorno. Poi a cena, dopo un vertice con Angela Merkel ed Emmanuel Macron, Charles Michel presenta una proposta di governance che introduce un “freno d’emergenza”: il potere per i governi di bloccare i pagamenti, se non vengono attuate le riforme.
Conte si oppone e fa la sua controproposta: lasciare alla Commissione valutare i piani di riforma che i singoli Paesi presenteranno per accedere ai fondi, con un potere del Consiglio, ovvero degli Stati, di sollecitare interventi in casi particolari. E’ muro contro muro. Così come sui 750 miliardi di risorse che i Paesi frugali chiedono di ridurre, mentre Conte – puntando sull’asse con Macron – vuole confermare.
La controproposta di Conte
Il negoziato è tutto in salita: chiudere entro il weekend, come auspicava Conte all’inizio del vertice, impresa quasi insperata. “Ci sono divergenze”, ammette il premier italiano. Che si oppone anche al meccanismo che darebbe il 70% di risorse nel 2021 e il resto dopo due anni, purché il Pil del Paese sia sotto la media europea: l’Italia, stando alla tendenza degli ultimi anni, non rischierebbe di perdere i fondi, ma non potrebbe programmare – è la linea del premier – investimenti su diversi anni. Ma è soprattutto sul no al potere di veto che Mark Rutte vorrebbe assegnare ai singoli stati che
Conte tiene il punto. E’ vitale non ridimensionare la proposta di Recovery fund per affrontare un autunno caldo e una maggioranza fibrillante. E’ essenziale per rendere credibile quel programma di Rilancio su cui, come annunciato dal ministro Roberto Gualtieri, da lunedì inizierà a lavorare un’apposita struttura e per resistere ai colpi di un fronte sovranista fiaccato ma combattivo. A Roma questa volta non mancano gli alleati in Consiglio, perché il Coronavirus ha colpito duramente tutto il Vecchio Continente. Ma all’ultimo miglio l’impuntatura dell’Olanda minaccia di far digerire all’Italia norme capestro: per evitarlo Conte cerca la sponda di Macron e Merkel, e con un intervento durissimo davanti agli altri leader si mostra pronto a usare ogni arma di trattativa.
https://www.ilsole24ore.com/art/rutte-intesa-fondi-anticrisi-meno-50percento-possibilita-michel-ottimista-ADNFMte