Il presidente emerito della Camera di commercio e industria italiana per il Regno Unito, Leonardo Simonelli
Pubblicato il: 13/12/2019 16:38
“Sui prodotti italiani c’è il rischio che vanga stabilito qualche dazio, e questo potrebbero comportare dei problemi di competitività non con i prodotti di altri Paesi europei, che ne saranno comunque coinvolti, ma con quelli di altri continenti. Ad esempio, il vino italiano potrebbe avere un costo maggiore rispetto a quello sudafricano. E un altro problema, ad esempio per le imprese italiane della ristorazione, potrebbe derivare dai limiti all’ingresso della manodopera poco qualificata”. Così, in un’intervista ad Adnkronos/Labitalia, il presidente emerito della Camera di commercio e industria italiana per il Regno Unito, Leonardo Simonelli, fa il punto su quelli che potranno essere gli effetti della vittoria dei conservatori alle elezioni nel Regno Unito, con il contestuale annuncio della Brexit ‘senza se e senza ma’ dal 31 gennaio 2020.
Secondo Simonelli, il timore di futuri dazi su prodotti made in Italy è forte: “Molti operatori del posto nell’ultimo periodo hanno importato grandi stock di prodotti italiani proprio per timore di situazioni di questo tipo nei prossimi mesi”.
Per quanto riguarda i limiti all’ingresso di nuova manodopera, secondo Simonelli, “si troverà una soluzione perché credo che il made in Italy nella ristorazione sia così amato che convenga a tutti che possa continuare a operare al meglio, con la manodopera necessaria”.
Per le imprese italiane già presenti nel Paese, però, “è finita l’incertezza e l’instabilità. E per le imprese italiane che già operano nel Paese è qualcosa di positivo”. “Da quanto apprendiamo da ambienti governativi -spiega Simonelli- l’obiettivo è di approvare entro Natale il deal con l’Europa. Finisce l’incertezza e quello che sarà il rapporto con l’Europa si inizierà a stabilire a partire da febbraio, con una serie di negoziazioni che dureranno a mio parere anche un anno”. Secondo Simonelli, per le aziende del Belpaese che già operano nel Regno Unito, si apre una fase nuova e positiva. “Per le imprese italiane che già operano qui andrà tutto bene, finisce l’incertezza e l’instabilità e questo è solo un bene. Anzi, il Regno Unito, che ha già una posizione centrale, potrà rappresentare ancora di più un trampolino di lancio per altri mercati come ad esempio gli Stati Uniti”, sottolinea.
Secondo Simonelli comunque inizia una fase decisiva. “Adesso si entra nel vivo di quella che è la trattativa per i nuovi rapporti commerciali, e credo che l’Italia farà la sua parte, i rapporti sono buoni e vanno ancora più approfonditi per evitare danni futuri per i prodotti e le aziende italiane. Non bisogna perdere tempo, bisogna agire, restare alla finestra sarebbe un errore”, spiega.
Per Simonelli, “il vero tema è che adesso si entra nel vivo per stabilire quelli che saranno i rapporti futuri con l’Europa e anche con l’Italia, e l’Italia non deve restare alla finestra, deve agire ora e subito”. “La vittoria di Johnson -spiega ancora- era nell’aria, ma non in questi termini. E di certo gli dà una grande forza non solo interna, ma anche esterna, nei rapporti con l’Europa. E’ stato un buon sindaco di Londra, una grande metropoli internazionale e questo deve rassicurare chi pensa che possa chiudere in se stesso il Paese”, conclude.
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