“La creazione del sandbox per le start up che opera nella finanza tecnologica, vale a dire un ambiente sperimentale per le nuove attività economiche e finanziarie, consente di trovare la giusta collocazione per queste nuove realtà che, sono schiacciate dall’enorme burocrazia”. Queste le parole di Giulio Centemero, deputato leghista in Commissione Finanze, nel corso del webinar “Biotech e Fintech opportunità di crescita, quali prospettive?” promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.
“Con il Decreto Crescita sono stati fatti passi in avanti importanti su questo tema, con l’istituzione del Comitato interministeriale che vede la presenza del Mef, del Mise, Bankitalia, Consob, Ivass, con il preciso obiettivo di portare avanti nel migliore dei modi i 18 mesi di ‘incubazione’ delle start up, definendo norme sempre più precise e aggiornate per le società che operano attraverso nuovi strumenti finanziari. Una realtà dalla quale – ha rimarcato Centemero – è possibile creare valore e nuovi posti di lavoro”.
Secondo Sestino Giacomoni (Forza Italia), presidente della Commissione di Vigilanza su Cassa Depositi e Prestiti e vicepresidente della Commissione Finanze a Montecitorio “occorre indirizzare il risparmio degli italiani nell’economia reale attraverso incentivi fiscali e l’utilizzo dei nuovi strumenti offerti da Fintech e Biotech. Dobbiamo superare il paradosso che stiamo vivendo in Italia dove, da un lato, abbiamo migliaia di imprese che rischiano di morire per mancanza di liquidità, dall’altro, oltre 1700 miliardi di euro di risparmi parcheggiati nelle banche senza alcuna redditività. Una delle nostre battaglie storiche per smuovere questa situazione è stata l’introduzione dei Pir, i piani individuali di risparmio che consentono di investire nelle imprese italiane movimentando i capitali immobilizzati. Si tratterebbe di un altro Recovery che entra nell’economia reale. Immettere tutta questa liquidità – ha concluso Giacomoni – aiuterebbe la crescita del Paese puntando sul made in Italy. Nel primo anno i Pir hanno raccolto oltre 20 miliardi di euro, bisogna proseguire su questa strada”.
Sulle opportunità offerte dai nuovi strumenti finanziari si è soffermato Mattia Mor, deputato di Italia Viva in Commissione Attività produttive: “Il fintech, come tutti gli altri settori di sviluppo, è uno di quei settori dove l’Italia deve investire per crescere. Abbiamo diverse storie di successo in Italia come, Satispay, Moneyfarm e tanti altri. Tuttavia il nostro Paese è ancora indietro rispetto agli altri competitor mondiali e europei sia per numero di aziende che per finanziamenti ottenuti in questo settore tech e digitale. Abbiamo cercato di incentivare gli investimenti privati arrivando a 700 milioni nel 2019 nel ‘venture capital’, ma questi sono numeri 10 volte inferiori rispetto ai Paesi all’avanguardia. Non possiamo andare avanti così. Italia Viva spinge da tempo per aumentare la detassazione sui privati che investono e su quella per le aziende che acquistano start up; nel decreto sostegni è stata azzerata la tassazione sulle plusvalenze per chi investe in start up, incentivando i Fondi pensione e le Casse per investire in questo campo. Una proposta di legge molto ampia che cerca di dare una sferzata affinché l’Italia recuperi il gap”.
L’attenzione della politica al fintech è stata confermata anche da Davide Zanichelli, deputato del M5s in Commissione Finanze: “Il Fintech è un settore determinante per la ripresa economica dell’Italia. Qui da noi c’è tessuto di cervelli dinamico che ci rende un Paese con enormi potenzialità di sviluppo di questi settori. Si devono creare le condizioni per giocarsela alla pari con il resto del mondo. E’ un settore che consente di sviluppare per le imprese nuove forme di credito e liquidità con effetti che si riverberano su tutta l’economia. Abbiamo istituito un fondo di 1 miliardo di euro per l’innovazione, proprio con questo scopo. Se vogliamo dare l’accelerata finale è opportuno fare più chiarezza sul settore delle valute virtuali. Per ciò che riguarda la parte fiscale abbiamo ragionato su una proposta semplice con l’obiettivo di rendere un ecosistema fiscale per valute virtuali che sia chiaro e semplice. Ci sono tutte le condizioni per sviluppare questo settore incrementando il valore di chi acquista beni e servizi con queste modalità”.
La necessità di ripartire dopo la crisi economica legata al Covid-19 è stata sottolineata da Claudio Cavallo, consigliere dell’Istituto nazionale degli Esperti contabili: “L’impatto Covid nel mondo dei servizi finanziari è stato molto forte. Le stesse banche hanno aumentato le risorse per la sicurezza informatica e rafforzato il rapporto tecnologico e digitale con i clienti. Sui pagamenti digitali, le piattaforme di crowdfunding nutriamo ancora tante perplessità. Bisogna procedere in tempi rapidi a un miglioramento in tutti questi settori”.
Paolo Longoni, consigliere d’amministrazione della Cnpr ha evidenziato che “la sendbox per le imprese fintech è uno dei provvedimenti più auspicabili come modello per sburocratizzare anche gli altri settori. Mi spaventa solo che del comitato facciano parte soggetti come Ivass, Bankitalia, garanti vari, Agenzia delle Entrate; una serie di soggetti che non brillano per capacità di essere agili e sburocratizzati. Ma è il mezzo che serve, e le Casse potrebbero investire di più proprio in assenza di eccessi autorizzativi e di vigilanza. L’ innovazione è il futuro della nostra economia e ci deve far pensare a un futuro migliore che ci potrà essere anche e soprattutto se il legislatore ascolterà le professioni”.