La denuncia di Ungdcec, Adc, Fiddoc e Andoc: l’ultima proposta di legge ci lascia basiti
“Leggiamo basiti la proposta di legge dei deputati Colletti Berardini, Caretta, Penna recante le “Modifiche alla legge 31 dicembre 2012, n. 247, in materia di specializzazione e di accesso alla professione forense”. In particolare all’art. 7 viene richiamata una specifica delega al governo per il riordino e il coordinamento della normativa vigente in materia di difesa tecnica affidata a professionisti diversi dagli avvocati, con particolare riferimento al settore di specializzazione concorsualistico e tributaristico. Si legge – in materia concorsuale – la volontà di prevedere che, al fine di poter essere nominati curatore fallimentare, liquidatore, commissario giudiziale o delegato alla vendita, i dottori commercialisti e gli esperti contabili, i consulenti del lavoro e i notai debbano sostenere l’esame di abilitazione dello specifico settore di specializzazione”. Lo denunciano Matteo De Lise, presidente Ungdcec, Maria Pia Nucera, presidente Adc, Antonella La Porta, presidente Fiddoc, e Amelia Luca, presidente Andoc.
“Siamo i primi a sostenere che occorrono interventi mirati per disciplinare la complessità delle materie che svolgiamo ogni giorno rendendoci competenti e professionalizzati sul campo. Ma come si può pensare di proporre a professionisti laureati, abilitati, iscritti ad un albo professionale, un ulteriore esame di “abilitazione” per il settore di specializzazione tributaristico e concorsuale? Tra l’altro con l’incongruenza di riferirsi a normative proprie delle specializzazioni degli avvocati e non anche dei commercialisti. Questi temi sono a noi molto cari: specializzazioni, formazione e opportunità di crescita e inserimento dei giovani in settori così rilevanti per la nostra professione e per il sistema stesso che ne beneficia. Non possono essere approcciati in modo affrettato”.
“La stessa lettura della proposta – continuano i presidenti – genera confusione dove prevede che per il settore di specializzazione concorsualistico “è necessario dimostrare di essere stati nominati curatori fallimentari ovvero commissari giudiziali in almeno tre procedure fallimentari o concorsuali nei dieci anni precedenti alla data di entrata in vigore della presente legge, ovvero di aver seguito con profitto un corso di almeno 50 ore nella materia” senza alcun riferimento in capo a chi tale disposizione si rivolga, come invece avviene nei due precedenti punti, dove vengono richiamati gli avvocati. Per quanto riguarda poi la materia tributaria, sembra paradossale prevedere una specifica abilitazione per una categoria che nel percorso di studi e in quello di abilitazione si forma nelle materie giuridiche ed economiche: siamo la categoria che più di ogni altra racchiude nella propria formazione entrambi gli aspetti”.
“Insomma, le professioni hanno bisogno di una riforma? Sì, ma serve lavorare con metodo, organicità, condivisione e comprensione delle specificità delle varie categorie professionali coinvolte, senza intervenire in maniera disorganica. Non abbiamo bisogno di ulteriori “prove d’esame”, ma di sostegno per l’impegno che ci viene chiesto giornalmente, proprio in questo periodo di emergenza sanitaria e economica. Chiediamo a gran voce il riconoscimento del ruolo imprescindibile che la nostra categoria assolve ogni giorno accanto alle istituzioni, alle imprese e ai cittadini. Chiediamo rispetto, ascolto e considerazione nelle discussioni che ci riguardano, lo vogliamo ora e lo esigiamo per il futuro”.