Pasquale Lorusso presidente Confindustria Basilicata
Pubblicato il: 11/02/2020 16:43
“Le criticità crescenti del contesto internazionale, la frenata del pil e i recentissimi dati sulla produzione industriale inducono a ritenere che la nuova presidenza di Confindustria sarà chiamata a misurarsi con problematiche complesse, cercando di valorizzare al meglio l’industria italiana in affanno ma con grandi punte di eccellenza”. Lo dice in un’intervista all’Adnkronos/Labitalia il presidente di Confindustria Basilicata, Pasquale Lorusso.
“Sarà necessario quindi – sottolinea – continuare a spingere affinché il governo, superata questa lunga fase di rodaggio, metta in campo una proposta politica di medio termine in grado di imprimere una reale svolta alla crescita economica e sociale del Paese”.
“In questi anni – spiega – Confindustria ha fatto un grande lavoro per portare al centro del confronto con l’esecutivo i temi cruciali dello sviluppo, offrendo un forte contributo in termini di proposta. Al presidente Boccia va riconosciuto il grande merito di aver saputo superare il tentativo di svilire il ruolo prezioso dei corpi intermedi, riaffermando il valore della concertazione e del confronto”.
“La nuova presidenza – fa notare – dovrà continuare a lavorare in questa direzione, respingendo gli attacchi di chi pericolosamente invoca la disintermediazione, anche cercando possibili punti di convergenza con le altre parti datoriali e sociali”.
“Va poi alimentata – suggerisce il presidente di Confindustria Basilicata – la grande alleanza costruita a livello europeo con le omologhe associazioni datoriali tedesca e francese perché la competizione non si gioca dentro l’Europa ma tra Europa e resto del mondo“.
“All’interno di questo quadro – avverte – il Mezzogiorno si trova a giocare un ruolo cruciale. Nutriamo, quindi, un forte auspicio che il Sud continui a trovare centralità nell’agenda di Confindustria come elemento determinante del complessivo rilancio del Paese”.
“La Basilicata – continua Lorusso – seppure con qualche positiva peculiarità distintiva, si trova a vivere, come il resto del Mezzogiorno, una stagione economica molto delicata, con il rischio di un nuovo ampliamento del gap di sviluppo rispetto al resto del Paese. I dati ufficiali confermano che, dopo la crescita registrata a partire dal 2014, si fanno sempre più evidenti nuovi segnali di rallentamento”.
“L’andamento dell’economia regionale – avverte – rimane molto legata all’export, trainato in alto dalle produzioni del comparto automotive e quello estrattivo. Ma complessivamente il tessuto produttivo locale è caratterizzato da una netta predominanza di imprese di piccole e medie dimensioni, con un basso tasso di patrimonializzazione, che quindi fanno più fatica delle altre ad affermarsi sui mercati, ad essere competitive e a puntare su innovazione e internazionalizzazione”.
“Questo – fa notare – fa sì che una nuova fase recessiva risulterebbe del tutto insostenibile. Tra i punti di maggiore criticità dell’imprenditoria del territorio va sicuramente citato il pesante gap infrastrutturale che influisce molto negativamente sulle dinamiche economiche e limita la capacità attrattiva del territorio. C’è poi una oggettiva difficoltà di accesso al credito che rende difficili i nuovi investimenti. In aggiunta, secondo la classifica della Cgia di Mestre pubblicata solo qualche giorno fa, la Basilicata è in testa alla classifica per i ritardi di pagamento della Pubblica amministrazione alle imprese”.
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