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Conflavoro, quelle italiane le più tassate e punite in Europa 

Conflavoro: pmi italiane le più tassate e punite in Europa

Roberto Capobianco, presidente Conflavoro

Per una volta l’Italia è al primo posto in Europa, ma in una classifica in cui nessuno ambisce alla vetta. Il nostro Paese, infatti, si distingue in negativo per essere il più tassato e punito per i mancati adempimenti fiscali. Una situazione in cui anche la burocrazia la fa da padrona. I dati allarmanti emergono dal ‘Rapporto tra regimi di tassazione e punibilità del reato di evasione: un primato italiano’, redatto dell’osservatorio nazionale per le piccole e medie imprese di Conflavoro Pmi.

Alcuni esempi? Su 23 Paesi presi in esame, spiega Conflavoro, “solo in altri cinque oltre l’Italia (Irlanda, Lituania, Portogallo, Slovacchia e Bulgaria) sono previste sanzioni per il reato di elusione fiscale”. “E l’Italia spicca anche come Paese tra i più tartassati per i reati fiscali insieme a Slovacchia, Portogallo e Regno Unito. E per quanto riguarda l’ammontare del carico fiscale e contributivo, solo la Francia ci precede sul podio”, aggiunge.

Ma il problema tutto tricolore, anche in questo contesto, spiega ancora Conflavoro, “è la pesantissima burocrazia, che ha evidentemente le sue colpe nella relazione tra regime fiscale, punibilità e conseguente mancato sviluppo imprenditoriale”. “L’Italia infatti è ultimissima in Europa – prosegue – anche nella speciale classifica sulla facilità di pagare le tasse e di reperire informazioni utili per la valutazione degli oneri di conformità fiscale. E a livello mondiale la situazione è addirittura nerissima: per quanto concerne le tempistiche e gli adeguamenti circa gli adempimenti fiscali e contributivi, l’Italia è al 128° posto. Fanno meglio Guayana, Albania, Giamaica, St. Kitts e Nevis, Paraguay e Mozambico”.

“Gli oneri fiscali per imprese e lavoratori -sottolinea Roberto Capobianco, presidente di Conflavoro Pmi- è ancora ai massimi livelli. Anzi, la situazione per le Pmi è destinata a peggiorare. Il governo con la nuova legge di Bilancio alimenta un circolo vizioso e tossico con tasse sempre più alte, le quali portano a maggiore evasione e di conseguenza a una pressione fiscale sempre più gravosa. E via così, senza fine. Agevolazioni per cambiare rotta? Non pervenuti. Incentivi per la crescita? Nessuno davvero concreto”.

“Con questa politica -attacca Capobianco- le nostre imprese non sono libere di lavorare, non hanno stabilità, sono in equilibrio precario. Serve una riforma fiscale che vada incontro agli standard europei. La stessa Unione ci chiede azioni positive che incidano sui fattori produttivi. Esatto, ce lo chiede l’Europa! Ma il nostro governo, per la prima volta, fa esattamente l’opposto aumentando il carico fiscale sulle piccole imprese”.

“Evidentemente le richieste dell’Europa -conclude il presidente di Conflavoro Pmi- vanno ascoltate solo quando fa comodo a Germania e Francia. La realtà dei fatti è che l’Italia deve definire carichi fiscali meno pressanti, carichi che non frenino lo sviluppo delle nostre Pmi e che permettano anzi una leale competizione con gli altri Paesi europei. Ricordiamoci che più tasse, con l’aggiunta di una burocrazia enorme, significano più manette. Significa condannare lo sviluppo del nostro tessuto imprenditoriale e dunque la crescita di tutto il Paese. E’ una situazione pericolosissima. E Conflavoro Pmi farà tutto il possibile per evitare l’ennesimo scempio ai danni delle nostre Pmi”.

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