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Donne impresa: esauriti in poche ore 400 milioni Fondo Impresa Femminile

A livello nazionale, la Sardegna si classifica al 12esimo posto

Esauriti in poche ore i 400 milioni del Fondo Impresa
Femminile. 424 domande dalla Sardegna su oltre 8mila totali. Elisa
Sedda (imprenditrice e Delegata di Confartigianato Sardegna per le
Pari Opportunità): “Bene l’impegno nel sostenere le imprese donna ma
necessità di incentivi strutturali: mai più “lotterie click day””.

Sono durati poche ore i 400 milioni di euro messi a disposizione dal
Ministero dello Sviluppo Economico a sostegno dello sviluppo e del
consolidamento delle imprese femminili. Incentivi, quelli del “Fondo
Impresa Femminile”, esauriti nell’arco di pochi click su una tastiera.

Secondo la rielaborazione dell’Ufficio Studi di Confartigianato
Imprese Sardegna, su dati Invitalia, il bando si è chiuso con 424
domande provenienti dall’Isola (il 5,23%), su un totale di 8.095 a
livello nazionale. Dalla regione, hanno presentato domanda 157
attività con meno di 12 mesi di vita, mentre 276 sono state quelle con
più esperienza lavorativa che hanno inoltrato la richiesta.

A livello nazionale, la Sardegna si classifica al 12esimo posto. Le
Regioni che hanno inviato il maggior numero di progetti sono state la
Lombardia e il Lazio con rispettivamente 1176 e 978 domande. A seguire
la Campania e l’Emilia Romagna con 831 e 684 richieste.

“Pur avendo apprezzato l’impegno del Ministero per lo Sviluppo
Economico nel sostenere, dopo tanti anni, le aziende al femminile,
purtroppo sono l’esiguità dei fondi e la procedura del click day a
deludere le aspettative delle imprenditrici – commenta Elisa Sedda,
imprenditrice e delegata regionale di Confartigianato Imprese Sardegna
per le Pari Opportunità – ed è soprattutto la procedura per
l’assegnazione delle risorse, che premia la velocità e chi ha una
connessione più potente, a creare disparità nelle condizioni di
accesso agli incentivi da parte dei potenziali richiedenti”. “Ci
chiediamo se sia davvero importante per le singole imprenditrici, e
per lo sviluppo del Paese, fare un click un minuto prima delle altre?
– rimarca la Sedda – è davvero questo l’elemento determinante per
scegliere di premiare un progetto invece di un altro? Dobbiamo ancora
ricorrere alle “lotterie”? Non dimentichiamo come le risorse stanziate
erano molto ridotte rispetto alla domanda potenziale. Su questo
dobbiamo ragionare e lavorare per fare meglio”.

Il Fondo impresa femminile è l’incentivo del Ministero dello Sviluppo
Economico ideato per sostenere la nascita, lo sviluppo e il
consolidamento delle imprese guidate da donne attraverso contributi a
fondo perduto e finanziamenti agevolati. La dotazione finanziaria era
stata messa a disposizione per sostenere le imprese femminili di
qualsiasi dimensione, già costituite o di nuova costituzione, con sede
in tutte le regioni italiane, e si rivolge a quattro tipologie di
imprese: cooperative o società di persone con almeno il 60% di donne
socie, società di capitale con quote e componenti degli organi di
amministrazione per almeno i due terzi di donne, imprese individuali
con titolare donna, lavoratrici autonome con partita IVA.

“Il forte interesse per le misure di sostegno all’imprenditoria
femminile messe in campo dal Ministero dello Sviluppo economico –
aggiunge la Sedda – impone sia di prevedere un rifinanziamento del
Fondo sia di rivisitare le modalità con le quali erogare le risorse.
Riteniamo opportuno intervenire in modo strutturale per rendere gli
incentivi permanenti almeno per i prossimi 5 anni, anche con una
percentuale di aiuto inferiore a quella attuale, e complementari con
altre misure di supporto alle imprese femminili”.

Secondo la Delegata per le Pari Opportunità di Confartigianato
Sardegna “lo strumento di una sovvenzione una tantum non è la strada
migliore da perseguire. Il sostegno alle imprese guidate da donne non
può esaurirsi nello spazio di un click day e non va inteso come
un’azione di inclusione sociale, di assistenza e di integrazione al
reddito. Deve essere, invece, un pilastro della politica economica del
Paese per rendere le donne realmente partecipi del processo di
crescita competitiva dell’Italia”.

Un panorama, quelle delle donne imprenditrici, analizzato dall’Ufficio
Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, e rappresentato nell’Isola
da 39.374 realtà registrate presso le Camere di Commercio.

Secondo il dossier, queste operano per lo più nei settori dei servizi
alla persona e della pulizia, della moda e delle attività di
ristorazione: queste rappresentavano il 23,9% di tutte le realtà
produttive dell’Isola. Ben 4.327 aziende sono gestite da giovani donne
(11% del totale delle imprese femminili artigiane). Su tutta la platea
delle donne imprenditrici, quasi 5.946 sono imprese artigiane.

A livello territoriale, nella vecchia provincia di Cagliari le imprese
donna sono 16.114 di cui 2.464 artigiane (15,3% sul totale imprese
donna), su Sassari-Gallura sono 12.652 di cui 2.075 artigiane (16,4%),
a Nuoro sono 7.456 di cui 1.056 (14,2%) artigiane e a Oristano 3.132
con 350 artigiane (11,2%).

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