“La Legge sull’Equo compenso entrerà in vigore il prossimo 20 maggio, applicandosi solo alle convenzioni sottoscritte a decorrere da questa data. La richiesta al governo è quella di accelerare il più possibile l’iter dei decreti ministeriali che definiscano i nuovi parametri applicabili, per non lasciare migliaia di professionisti nel guado in vista dei prossimi adempimenti”. Lo afferma Matteo De Lise, presidente dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili.
Camilla Zanichelli (consigliere nazionale Ungdcec), ha evidenziato che la norma in questione “stabilisce la nullità delle pattuizioni che prevedono compensi non equi” e ha sollevato la questione sull’effetto della norma sulla validità delle delibere assembleari. “Se ci si limita alle sole pattuizioni irregolari, la norma suggerisce che la nomina sarebbe valida, ma la deliberazione del compenso sarebbe nulla. Tuttavia, è importante ricordare che il compenso viene determinato dall’assemblea all’atto della nomina e per tutta la durata dell’incarico. Se viene individuato un compenso inferiore all’equo, non sarà valido e verrà integrato dal Giudice, comportando anche una sanzione disciplinare per il professionista. Si pone quindi la questione dell’impugnabilità della pattuizione, che può essere rilevata d’ufficio o dal professionista leso nel suo diritto. Tuttavia, se il professionista ha accettato il compenso, si “autodenuncia” al proprio ordine competente e incorre in una sanzione disciplinare”.
Federico Strada (collegio dei probiviri dell’Ungdcec) ha spiegato che la norma riguarda le nomine effettuate dalle società che approvano il bilancio in seconda convocazione o sfruttano il maggior termine di 180 giorni. “Per determinare i compensi, si può fare una valutazione utilizzando il parametro attuale indicato nel punto 1.5 delle “Norme di Comportamento del Collegio Sindacale delle società non quotate”: in questo caso, il compenso viene calcolato sommando i valori dell’attivo e dei ricavi e applicando i parametri previsti. Tuttavia, le società potrebbero ancora rivolgersi a soggetti che non sono toccati dalla nuova normativa e che potrebbero applicare compensi inferiori, a differenza dei commercialisti”.