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Fase 2: il 3 giugno associazioni trasporti in piazza contro governo  

 

“Una grande e trasversale protesta delle aziende che operano nel settore dei trasporti, delle vetture, dei bus turistici e del noleggio con conducente è stata indetta mercoledì 3 giugno nelle principali città italiane per protestare contro l’assenza di misure governative a sostegno delle attività imprenditoriali e dei dipendenti. Misure che sono venute anche a mancare nell’ultimo provvedimento emanato dall’esecutivo Conte: il decreto Rilancio”. E’ quanto si legge in una nota.

“Il governo – dichiara Alfonso Riva, presidente di Fai Trasporto Persone che aderisce alla confederazione nazionale delle pmi Sistema Impresa – ha stanziato 120 milioni per i monopattini e mezzo miliardo per il trasporto pubblico di linea. Le Regioni si stanno finanziando in deficit per miliardi di euro. Per questi motivi la risposta ‘non ci sono soldi’ è inaccettabile. Sta a noi dimostrare che 60 mila lavoratori non si possono ignorare con una scrollatina di spalle”. “Chiediamo – avverte – risorse concrete. Scenderemo in piazza con le nostre vetture, i nostri autobus, le nostre famiglie, i nostri dipendenti, cartelli, fischietti, striscioni. Indosseremo le mascherine e ci ricorderemo il distanziamento sociale”.

Le manifestazioni interessano le seguenti città: Torino, Genova, Roma, Napoli, Catania, Milano, Bologna, Ancona, Pescara, Potenza, Campobasso, Bari, Lamezia Terme. “L’emergenza sanitaria pandemica denominata Covid-19 – si legge nel comunicato inviato dalle principali sigle sindacali del settore che hanno aderito alla manifestazione nazionale di protesta – ha costretto le autorità nazionali ad adottare misure drastiche in merito alla limitazione della circolazione delle persone”. “Tale circostanza – prosegue il comunicato – ha prodotto immediatamente la totale cancellazione delle prenotazioni delle gite scolastiche, congressi, viaggi culturali, escursioni crocieristiche e spostamenti in genere, tuttavia le attività in oggetto non rientravano tra quelle sospese dai vari dpcm e dl che si sono susseguiti dall’inizio di marzo ad oggi, ma venivano lasciate aperte perché il codice ateco 49.00 le faceva rientrare in quelle che sono considerate essenziali. In questo frangente le aziende si sono ritrovate sulla carta attive ma, di fatto, sono state fermate dalla totale mancanza di utenza”.

La crisi degli autobus turistici e degli ncc ha colpito un settore che mette a rischio circa 6000 imprese bus 30.000 aziende di ncc a pieno regime, circa 60.000 autisti, 5000 addetti per l’indotto.

Queste le richieste delle aziende dei trasporti. – Blocco totale dei leasing o altre forme di finanziamento per l’acquisto di beni mobili o immobili strumentali fino al 31 marzo 2021 con derubricazione degli interessi ad essi relativi. – Adeguamento del periodo di riferimento per il fondo perduto da estendersi al fatturato relativo al secondo trimestre 2019/2020 e non solo al mese di aprile visto che il comparto inizia a fatturare a maggio i servizi di marzo e aprile.

– Allineare le misure di distanziamento agli altri paesi europei, oltre che per l’antieconomicità della procedura, per evitare il lievitare dei costi a dismisura che penalizzerebbero ulteriormente la ripresa del turismo e delle attività. – Recupero delle accise sui carburanti per il settore trasporto persone mediante autobus e vetture a noleggio con conducente, attualmente il recupero è autorizzato solo per il tpl poiché l’Italia, nonostante l’Ue non faccia altra distinzione tra carburanti ad uso commerciale ed uso privato, ha provveduto a fare ulteriori distinzioni escludendo il trasporto turistico dalle categorie beneficiarie del beneficio.

– Prevedere un intervento a favore della forza lavoro (autisti, accompagnatori ecc.) che attualmente, loro malgrado, risultano inoccupati e non rientranti nel campo di applicazione del dpr 7 ottobre 1963 numero 1525 in attuazione dell’articolo 1, comma 6 della legge 230 del 1962. Fuori dalla stagionalità e fuori dagli interventi ad essa dedicati; Conferma del co. 4 bis dell’articolo 92 dl 18/2020 convertito in legge 24 aprile 2020 numero 24, anziché sospendere procedure di adempimento contrattuale per i gestori di tpl regionali e di trasporto scolastico. Derubricazione di imposte e tasse anno 2020 per redditi prodotti nel biennio 2019/2020 per favorire il rilancio.

– Alleggerimento del costo del lavoro con abbattimento del 100% del 75% del 50% e del 25% dei contributi rispettivamente per gli anni 2020, 2021, 2022, 2023, per contratti già in essere e per nuove assunzioni affinché si possa attuare una politica di rilancio basata anche su prezzi più vantaggiosi al consumatore finale. – Stanziamento di un fondo di 500 milioni di euro da destinarsi ad interventi mirati a supportare il tpl mediante bus e vetture ncc (trasporti pubblici non di linea) in linea con quanto già deciso per il trasporto pubblico di linea. – Istituzione di un tavolo tecnico per la rivisitazione della legge 21/92 alla luce della intervenuta sentenza della Corte Costituzionale numero 56 del 26/03/2020. Istituzione di un tavolo di concertazione preventiva al Mit e al ministero del Turismo con le categorie.

“L’esasperazione dovuta alla mancanza di attenzione da parte del governo – conclude il comunicato – ci induce, nostro malgrado, ad invocare il diritto di manifestare affinché si possa avere la giusta attenzione, evitare default e licenziamenti in massa. A tutte le Regioni chiediamo di allinearsi a quanto stabilito in Campania, Sicilia, Piemonte, Lazio e Fgv che hanno emanato provvedimenti a sostegno per la categoria”. Queste le sigle aderenti: Federnoleggio – Fai trasporto persone – Uniti per l’Italia – Acncc – Anc – Anstra – Federncc- Fincc – Fion – Bus condiviso – Comitato sind.ncc Fiumicino – Emet – Llp – Ass. bus turistici – Aziende venete riunite – Assobus Campania consorzio cruise service in bus-

 

 

 

Adnkronos.

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