Pubblicato il: 26/05/2020 18:26
“Lo smart working è una forma di lavoro con grandi potenzialità, in grado di aumentare la produttività se gestito correttamente, occorre però trasformarlo da strumento di emergenza a una metodologia messa a regime”. Lo ha detto Mario Mantovani, presidente di Cida, la confederazione dei dirigenti e delle alte professionalità, intervenendo oggi a Unomattina su Rai1.
Il Covid-19 ha costretto a nuovi modelli di lavoro e “la risposta dei manager è stata molto rapida, riconvertendo le proprie aziende in 7-10 giorni. Da un sondaggio effettuato da Manageritalia nel mondo dei servizi, pochi giorni dopo il lockdown, risulta che si è passati dal 28% di aziende che già praticavano qualche misura di telelavoro, all’84% che si erano convertite a forme di smart working. In pratica si può affermare che oggi 9 aziende su 10 del terziario, con almeno un manager, hanno adottato modalità di lavoro a distanza”.
Un cambiamento “che si traduce in termini di risultati di produttività molto interessanti: il 51% del campione dei manager intervistati afferma che il proprio gruppo di lavoro o la propria azienda ha mantenuto o migliorato la produttività, contro il 49% che segnala vari livelli di diminuzione. Certamente per mettere a regime le modalità del lavoro a distanza, occorre ripensare gli stessi modelli dell’organizzazione del lavoro, integrare gli strumenti tecnologici, impartire corrette regole di comunicazione e di ingaggio per evitare che il nuovo strumento diventi dispersivo. Resta il fatto che i colleghi che riescono a utilizzare bene queste tecnologie, migliorano le proprie performance e riescono a svolgere numerose attività”.
“Ne abbiamo avuto – ha spiegato – una prova concreta con l’evento #maratonamanager, organizzato da Cida alla vigilia della Fase 2 per dare spazio e voce alle testimonianze dei manager durante il lockdown e raccoglierne le proposte per una ripartenza efficace. Più di 400 manager si sono collegati alla piattaforma mediatica e oltre 120.000 utenti si sono ‘affacciati’ su questa piazza virtuale. Un’esperienza che come Cida intendiamo riproporre a breve, anche per ‘misurare’ efficacia e spessore della ripresa”.
“Ma fra i problemi da affrontare – ha aggiunto il presidente di Cida – non c’è solo lo smart working. La quarantena impostaci dalla pandemia e dalla chiusura di tante attività, fra le cui le scuole di ogni ordine e grado, ci impone di riconsiderare il rapporto lavoro-famiglia che l’emergenza ha ‘stressato’, aumentando la pressione sulla componente più debole, quella femminile”.
“Occorre un grande sforzo – – ha ricordato – per riorganizzare e gestire gli spazi negli ambienti domestici, migliorare e implementare i servizi a sostegno della famiglia. E attuare politiche attive del lavoro per aumentare l’occupazione femminile”.
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