La presidente dei professionisti, ancora attesa per quelli gestiti dal fondo Fsba, senza nostro impegno tutto bloccato
Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro
Pubblicato il: 15/06/2020 17:06
“Sulla situazione della cassa integrazione va fatta chiarezza, perchè c’è molta confusione e si leggono numeri a caso enunciati da più parti. Preciso innanzitutto che i consulenti del lavoro hanno dato la spinta iniziale per poter avviare le procedure. Quello che non si dice è che ci sono decine e decine di migliaia di lavoratori che non hanno ricevuto quanto da loro maturato. E questo non per colpa dei consulenti del lavoro. Si tratta dei dipendenti delle aziende plurilocalizzate e delle ditte artigiane, quest’ultimi gestiti dal fondo Fsba che continuano ad attendere”. Così, in un’intervista con Adnkronos/Labitalia, Marina Calderone, presidente del consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, sull’erogazione della cassa integrazione, dopo l’intervista di questa mattina, con Adnkronos/Labitalia, della vice presidente dell’Inps, Maria Luisa Gnecchi.
Secondo Calderone “sfugge ai più che, ove fossero stati rispettati i termini previsti fino al DL 34/2020, le istanze avrebbero potuto essere presentate entro 4 mesi dall’evento, quindi ancora oggi. Cosi come per la presentazione degli Sr41 per cui c’erano 6 mesi di tempo. Invece, lavorando di notte e nei giorni festivi, i consulenti del lavoro hanno presentato le istanze – con grandissimi sacrifici personali e dei propri collaboratori – già dopo pochi giorni dall’inizio del lockdown e hanno riscontrato le autorizzazioni con gli Sr41 in pochissimi giorni”, rimarca Calderone.
Secondo Calderone “senza queste attività tutto sarebbe rimasto fermo, mentre il senso civico e sociale dei consulenti del lavoro ha permesso che si possa parlare di ammortizzatori sociali pagati. E sempre di più aumenta il rammarico per la mancata approvazione della nostra proposta di Ammortizzatore Sociale Unico, che avevamo avanzato nel mese di marzo, quando tutto sarebbe stato ancora possibile. Cosi ci ritroviamo ora a dovere inseguire adempimenti, storture burocratiche e ritardi che si sarebbero potuti evitare”, conclude.
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