Pubblicato il: 03/07/2020 15:56
Sistema Impresa, la confederazione nazionale delle Pmi, e Codacons, l’associazione che tutela i diritti dei consumatori, rilevano congiuntamente la criticità del ‘bonus vacanze’, la misura predisposta dal governo per risollevare aziende alberghiere, b&b e campeggi sostenendo il settore turistico in una stagione estiva destinata ad essere penalizzata dalla minaccia del Covid-19. Il ‘bonus vacanze’ ha un valore compreso tra i 500 euro e 150 euro in base al numero dei componenti del gruppo familiare e viene finanziato tramite un credito sulla materia imponibile a vantaggio della struttura alberghiera.
“Il bonus si qualifica come uno sconto sul pagamento del pernottamento – dice Berlino Tazza, presidente di Sistema Impresa che rappresenta 160mila Pmi in tutta Italia con una prevalenza nel settore terziario e con una presenza incisiva nel comparto turistico e ricettivo – ma ha il difetto di essere interamente a carico della struttura ospitante attraverso la modalità del credito d’imposta. Una soluzione che, purtroppo, non risolve il punto nodale della liquidità: le aziende non possono incassare quando invece sono chiamate a sostenere investimenti imprevisti per onorare le misure anti-Covid ritornando ad operare dopo mesi di cassa integrazione e di mancato guadagno”.
“È questo il deterrente chiave – avverte – che ha spinto, per il momento, la maggior parte delle strutture a non aderire. Solo le realtà mediamente più grandi possono permettersi di ricorrere al credito d’imposta anche perché, sul fronte della gestione amministrativa, la procedura risulta molto onerosa. Dai nostri associati, che rientrano prevalentemente nella categoria delle micro, piccole e medie imprese abbiamo ricevuto reazioni tutt’altro che positive e molto allarmate per la grave condizione in cui versa il settore”.
Il presidente di Sistema Impresa sottolinea l’importanza di agire con azioni di sostegno capaci di salvaguardare congiuntamente i settori del turismo e dei trasporti. Bisogna inoltre promuovere campagne marketing nella Ue e nel mondo in grado di rafforzare l’immagine dell’Italia come una Paese sicuro.
“Le nostre articolazioni territoriali denunciano da mesi disdette e mancate prenotazioni in tutte le regioni che interessano soprattutto i viaggiatori che provengono dall’estero – continua Tazza – e francamente mi sarei aspettato, a livello ministeriale e governativo, un pacchetto di misure coordinate. Invece abbiamo visto che sono state le Regioni, spesso con risultati contrastanti, a prendere l’iniziativa. Inoltre, il turismo non può essere pensato in modo avulso dal sistema dei trasporti. Altri Paesi hanno destinato risorse ingenti per risollevare il trasporto pubblico non di linea”.
“Serve più coraggio – incalza – per contrastare la crisi e soprattutto bisogna smetterla con le riforme a costo zero. Occorre un fondo dedicato per destinare sussidi e sgravi. È necessario intervenire con il taglio dell’Iva su merci e servizi. C’è infine da considerare il rischio della criminalità organizzata che ha già iniziato a sfruttare le difficoltà sul fronte creditizio per assumere il controllo delle aziende più fragili”.
Estremamente critica anche la posizione di Codacons che, sul fronte della tutela dei consumatori, evidenzia la difficoltà della procedura. “Il bonus – spiega il presidente Carlo Rienzi – è stato richiesto ad oggi solo da 225.000 cittadini contro i circa 30 milioni di italiani che andranno in vacanza. Le richieste cresceranno con ogni probabilità ma è evidente che la tendenza iniziale, registrata all’inizio di luglio e quindi con la stagione già avviata, risulta decisamente insufficiente rispetto alle necessità di rilancio del settore e si discosta molto dalle dichiarazioni di chi ha presentato il bonus come la panacea per un comparto strategico che ha pagato duramente, e più di altri, le conseguenze della pandemia”.
Codacons ha raccolto le segnalazioni dei cittadini che rilevano ostacoli e intoppi nella procedura di attivazione del bonus mentre in alcuni casi si è giunti al vero e proprio rifiuto da parte delle strutture ricettive, dove sono molti, specie gestori di b&b, gli operatori che non intendono accettare l’incentivo. Rifiuto che viene opposto anche quando si tratta di soggiorni per importi limitati e inferiori ai 500 euro previsti dal bonus.
“Una situazione – conclude Rienzi – che dimostra le falle del ‘bonus vacanze’, e la necessità per i Comuni che vogliono attirare turisti di studiare soluzioni alternative, come sconti aggiuntivi su soggiorni e servizi vari (escursioni, noleggi auto, moto, bici, equitazione, musei, ecc.) che il Codacons ha proposto alle amministrazioni attraverso una apposita convenzione”.
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