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Fisco, Leo (Mef): “Domani in CdM decreto su Concordato preventivo biennale”

Rivedere sanzioni dirette in materia tributaria e svuotare magazzino fiscale

“Domani porteremo in Consiglio dei Ministri la normativa che riguarda l’accertamento e il concordato preventivo biennale. Nel mese di febbraio porteremo altri due schemi di decreti legislativi sulle sanzioni e sulla riscossione. Con le necessarie coperture finanziarie vedremo di allestire un provvedimento che riguarderà i tributi. Siamo riusciti, tenendo conto delle osservazioni arrivate sia dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti che dall’Associazione nazionale commercialisti, a tener conto della tempistica Ciò comporta lo slittamento al 15 ottobre dei termini della presentazione delle dichiarazioni.  Dall’approvazione del testo del disegno di legge delega a marzo 2023 siamo riusciti a portare avanti a tappe forzate un percorso che darà all’Italia un nuovo sistema tributario. Lo ha dichiarato il vice ministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo, nel corso del convegno “Fisco 2024 novità, aspettative e zone d’ombra” promosso dall’Associazione nazionale commercialisti e svoltosi a Roma presso il Centro congressi Roma Eventi.

“Le sanzioni devono essere proporzionate all’imposta rimasta inadempiuta – ha aggiunto Leo – e c’è necessità di mettere ordine sia nelle sanzioni amministrative che in quelle penali. Per ciò che attiene le riscossioni, abbiamo 1185 miliardi di cartelle in deposito, una cosa del genere non è possibile. Bisogna intervenire, infine, anche su tributi diretti e indiretti allineando il reddito d’impresa con quello da lavoro autonomo. Il calo registrato dell’evasione fiscale – ha concluso il viceministro del Mef – è dovuto anche alle nuove tecnologie e all’introduzione della fatturazione elettronica. In tanti punti della delega si spinge su questi fattori, per questo abbiamo deciso di unificare le strutture tecnologiche Sogei e Sose, per avere una uniformità nella gestione dei dati”.

Sul concordato preventivo biennale è intervenuto Marco Cuchel, presidente nazionale di Anc: “Un nuovo istituto sul quale il governo ha puntato molto. Abbiamo inviato come associazione diverse proposte in merito e attendiamo di vedere come sarà licenziato dall’Esecutivo. Nel frattempo siamo riusciti a incidere sul nuovo calendario fiscale, totalmente insostenibile per le imprese e per l’operatività dei nostri studi. Per fortuna il governo e le commissioni parlamentari si sono resi disponibili a ragionare su nuovi termini che dovrebbero conciliare le parti. I prossimi decreti legislativi, con la rivisitazione del sistema sanzionatorio e della riscossione, stanno molto a cuore alla nostra professione. Sul piano sanzionatorio abbiamo chiesto di rivedere le sanzioni dirette in materia tributaria per rendere assicurabili i professionisti. C’è poi la necessità di incidere in maniera forte sulla riscossione per alleggerire il magazzino in capo all’Agenzia divenuto insostenibile, stralciando i crediti inesigibili”. Diversi gli interventi dei parlamentari intervenuti nella prima tavola rotonda sul tema del decreto fiscale e del Concordato preventivo.

Alberto Gusmeroli (Lega), presidente della commissione Attività produttive a Montecitorio: “Speriamo vengano accolte le osservazioni delle commissioni Finanza di Camera e Senato. In particolare l’utilizzazione degli studi di settore Isa in modo che i termini per l’invio delle dichiarazioni non siano anticipati e siano di massimo utilizzo eliminando la valutazione ‘otto’ che poneva seri limiti. Il modo migliore per combattere l’evasione, oltre i controlli, è quello di avere sanzioni più umane, meno burocrazia, più equità. Se il fisco è semplice e meno pesante diventa concorrenziale rispetto all’evasione”.

Andrea de Bertoldi (Fdi), componente della commissione Finanze della Camera: “Apriremo il concordato a tutte le partite iva, non ci sarà più il limite di punteggio degli isa e tutti potranno accedere alla formula che l’amministrazione finanziaria riterrà di proporre. Una misura che dà certezze sugli introiti allo Stato e tranquillizza l’operatore economico che potrà operare serenamente senza temere problemi fiscali. Altre misure importanti sono quelle della riduzione delle tassazioni a carico delle casse dei professionisti affinché possano investire nell’economia reale, misure per le società tra professionisti”.

Luigi Marattin (Italia Viva), componente commissione Bilancio della Camera: “Sul concordato preventivo siamo favorevoli. E’ un’opportunità che per il 5% dipende dalle regole che lo governano e per il restante 95% dipenderà da che proposte l’Agenzia farà ai contribuenti. Da quali energie potranno essere messe in campo per strutturare le proposte. Mi chiedo se ci sia il personale per formulare milioni di proposte di concordato l’anno.

Cristina Tajani (Pd), componente commissione Finanze del Senato: “Noi speriamo che il governo decida di non apportare le modifiche che la maggioranza propone come l’abolizione del livello otto degli Isa e il vincolo del 10% nella proposta. Sarebbero messaggi sbagliati che disincentiva dall’essere affidabili. Abbiamo sentito parole rassicuranti su questi punti dal viceministro Leo ma restano molte criticità sull’approccio complessivo di questo strumento”.

Mario Turco, vice presidente del M5s: “Il concordato sarà l’ennesimo fallimento di questo governo che obbligherà milioni di cittadini a rispondere a pretese tributarie illogiche senza una preventiva discussione sulla bontà della pretesa. In pratica si tratterà, da un lato, di un ricatto fiscale e dall’altra parte si trasformerà nell’ennesimo condono fiscale per tutti coloro che hanno già indicatori non positivi sulla affidabilità fiscale.

Luigi Pagliuca, presidente della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili: “Il confronto con i parlamentari e con il governo è sempre utile. E’ importante dialogare con chi comprende le esigenze in delle libere professioni. La visione sul futuro, in particolare sul ruolo dell’intelligenza artificiale, necessita di individuare soluzioni idonee e condivise”.

Pierfrancesco Angeleri, presidente Assosoftware: “Il supporto delle nuove tecnologie è fondamentale nella lotta all’evasione e nella semplificazione del sistema fiscale. Lo Stato e gli intermediari, in un mondo come quello dell’economia moderna, devono stipulare un’alleanza tra pubblico e privato. Una cooperazione per combattere la disintermediazione. Gli open data sono una risorsa preziosa, ma poi bisogna saperli utilizzare. E qui è fondamentale l’esperienza dei professionisti”.

 

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