Pubblicato il: 08/03/2019 16:44
“La logica dei pagamenti che applicano le nuove tecnologie non riguarda solo il futuro, ma è una logica che ci rende la vita più semplice”. E’ la premessa che Giuseppe Roma, sociologo, senior advisor Censis nonché presidente e segretario generale di R.U.R. (Rete Urbana delle Rappresentanze, Centro di ricerca economica e territoriale, attivo da quasi 30 anni), fa con Adnkronos/Labitalia parlando degli ‘invisible payments’, l’evoluzione del pagamento digitale, che permette di acquistare servizi e prodotti in maniera istantanea, grazie al riconoscimento dell’acquirente. (VIDEO)
Il primo è stato Telepass
Roma è stato un precursore di questa metodologia perché ha studiato, per conto di Società Autostrade come risolvere il problema degli ingorghi ai caselli, spianando la strada a Telepass, il sistema di invisible payment più consolidato e diffuso nel nostro Paese. “Il grave problema delle Autostrade erano le file perché il biglietto si pagava solo col denaro contante. Quindi -spiega il sociologo- la soddisfazione del viaggio in autostrada era negativa proprio per via delle code per il pagamento del pedaggio. Facemmo uno studio e l’idea che sviluppammo era quella di automatizzare i caselli. Da qui venne il progetto poi sviluppato dai tecnici della Società Autostrade, per cui uno poteva passare il casello pagando, ma, praticamente, senza fermarsi. Così abbiamo risolto il problema delle file e oggi noi abbiamo il telepass per cui nessuno si accorge che è finita l’autostrada o che ci sta entrando. Una grande innovazione che ha migliorato la vita di milioni di italiani”.
Invisible payment vince il rapport di fiducia
L’esperienza di acquisto con le ultime tecnologie ‘click-and-go’ cambia radicalmente il contesto in cui si svolgono le nostre azioni e facilita il nostro rapporto con il denaro, osserva il sociologo. “Se dobbiamo comprare un oggetto -dice Roma- se ci troviamo in una situazione di difficoltà, se dobbiamo prender un taxi, oggi possiamo disporre in molti casi di un sistema di pagamento che non è denaro contante e non è neanche la carta di credito, ma è un pagamento istantaneo, cioè un rapporto di fiducia che il cliente instaura col sistema, per cui paghi con un click e poi ti arriva il conto a casa. E questo è certamente già una parte di futuro”. Un cambiamento di vissuto cui corrispondono grandi semplificazioni: “Oggi si sta lavorando ad esempio -ricorda il sociologo- per eliminare le file al supermercato introducendo l’automazione”.“Questi pagamenti ‘tecnologici’ si diffonderanno sicuramente sempre di più perchè sono innegabilmente una comodità. Non c’è niente di negativo, i sistemi sono sempre più sicuri e se uno sta in un’altra città, ad esempio, non ha paura di andare in una zona sbagliata e di essere rapinato se non ha niente in tasca. Però al tempo stesso se vuole comprare qualcosa, magari attraverso il telefonino o con un instant payment- lo può fare proprio grazie a questi sistemi. In pratica -riassume Roma- si elimina la parte più ‘dolorosa’ più perché pagare è sempre un momento che può avere una qualche difficoltà (non ti trovi i soldi, hai dimenticato il portafoglio a casa), mentre si gode di più dell’acquisto del servizio, del prodotto, del viaggio in autostrada. Per ora sono sperimentali ma si diffonderanno”, prevede Roma.
Tecnologia ci regala tempo
Del resto i tempi di evoluzione delle applicazioni tecnologiche sono velocissimi. “Chi avrebbe immaginato ad esempio qualche tempo fa di avere gli assistenti vocali -osserva Roma- a cui chiedi come è finita la partita di calcio o che tempo farà domani. Noi andiamo verso una vita di questo genere che non dobbiamo considerare ‘più robotica e meno umana’. Anzi. Dobbiamo considerarla una vita che ci toglie dei fastidi e ci dà più tempo e disponibilità per guardare bene le cose. Se il pagamento è automatico o digitale starò, infatti, più attento a quello che compro. Non farò solo conto sul fatto ‘ho i soldi-non ho i soldi’.
Con pagamenti digitali, più consapevolezza
E non esiste il pericolo di spendere di più. “No perché sono informato costantemente dagli alert e dagli estratti conto, vedo quanto ho speso e mi regolo. Lo spendere di più o di meno, poi, è anche un atteggiamento personale. Sappiamo che siamo un popolo di risparmiatori, che non fa troppi debiti anzi siamo il popolo meno indebitato del mondo. Le tecnologie, dunque, dobbiamo abituarci a comprenderle perché ci aiutiamo a migliorare la qualità della vita. Certo dobbiamo essere consapevoli, dobbiamo anche saperne di più, dobbiamo essere più attenti alle cose che facciamo. E questo, da un punto di vista valoriale, diventa un effetto positivo sulla nostra sfera personale umana”, conclude Giuseppe Roma.
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