Pubblicato il: 16/12/2019 15:10
E’ stato presentato oggi il Rapporto ‘Laurea e imprenditorialità’, il primo studio sull’imprenditorialità dei laureati in Italia, curato da Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea, Dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università di Bologna e Unioncamere, che ha analizzato i dati, a livello individuale, di 2.891.980 laureati in atenei italiani tra il 2004-2018 e i dati, a livello aziendale, delle 236.362 imprese da essi fondate.
Dal Rapporto emerge che il 7,1% dei laureati è fondatore di impresa (al momento della creazione di un’impresa possiede una quota di capitale e ricopre un ruolo imprenditoriale come amministratore, titolare o socio): complessivamente si tratta di 205.137 laureati. Le imprese da loro fondate sono 236.362, e rappresentano il 3,9% del totale delle imprese presenti in Italia a settembre 2019.
Il 61,3% dei fondatori ricopre una carica da titolare, il 22,1% da amministratore e il 16,6% da socio. Il 37,1% dei fondatori ha creato la propria impresa prima di conseguire la laurea (il 13,4% prima di iscriversi all’università, il 23,7% durante gli studi universitari), mentre il 27,0% entro il terzo anno dalla laurea. La quota restante (35,9%) ha creato la propria impresa dopo il terzo anno dalla laurea. Tra i fondatori gli uomini rappresentano il 53,9% mentre le donne il 46,1% (nella popolazione di laureati le percentuali sono invece, rispettivamente, 40,1% e 59,9).
“Dall’indagine – commenta il presidente del Consorzio AlmaLaurea, Ivano Dionigi – emerge il dato confortante che i nostri laureati hanno un significativo spirito imprenditoriale. Lo studio mette altresì in evidenza che, anche in questo campo, come in quello dell’orientamento, il contesto socio-economico della famiglia esercita un ruolo decisivo. Pertanto, anche in considerazione dell’attuale scenario economico, la cultura imprenditoriale va incentivata attraverso efficaci attività di orientamento e di promozione di competenze che ne facilitino la diffusione”.
“L’indagine svolta dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea in collaborazione con Unioncamere e Disa – aggiunge il Direttore del Consorzio AlmaLaurea Marina Timoteo – mostra come l’imprenditorialità dei laureati abbia esiti positivi nell’ambito del contesto nazionale”.
“Le imprese create dai laureati sono più vitali: hanno, infatti, un tasso di crescita e di sopravvivenza più alto, assumono forme giuridiche più complesse e contribuiscono a creare opportunità di lavoro anche nelle aree del territorio italiano che vivono maggiori difficoltà economiche. L’indagine conferma, quindi, il dato, già da tempo acquisito dalle indagini di AlmaLaurea: laurearsi conviene. Chi si laurea ha più chances di fare impresa e ha più chances di far durare l’impresa che ha creato”, aggiunge Timoteo.
“Questa ricerca presenta i primi dati che combinano per un intero Paese i laureati delle sue università e le imprese da essi fondate in un lungo orizzonte temporale”, spiega Maurizio Sobrero, del Dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università di Bologna.
“Si tratta di una novità importante nel panorama mondiale della ricerca sul ruolo delle Università nel supportare lo sviluppo economico non solo attraverso la formazione di figure professionali qualificate, ma anche offrendo opportunità concrete di sviluppo di progetti imprenditoriali. Si tratta di uno sforzo tecnico particolarmente complesso, reso possibile dalla collaborazione lungimirante di due istituzioni come AlmaLaurea e Unioncamere che, per la prima volta, incrociano i propri dati e danno loro ulteriore vigore per indirizzare in modo più approfondito e consapevole le scelte a supporto dell’imprenditorialità. Il Dipartimento di Scienze Aziendali ha fornito il supporto scientifico e continuerà a sostenere lo sviluppo delle analisi per mettere a disposizione delle comunità interessate nuove opportunità di studio e di intervento”, conclude Sobrero.
“Dallo studio -sottolinea il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli- emerge un dato significativo: il 7% dei laureati nelle diverse discipline avvia una attività di impresa. Per fondare una azienda serve certamente una idea brillante e innovativa, ma servono anche le conoscenze per la realizzazione del business plan e le competenze di carattere manageriale sugli aspetti finanziari del fare impresa. Su questo piano intervengono le Camere di commercio, lavorando, insieme alle associazioni, al fianco degli aspiranti e neo imprenditori. Un sostegno decisivo soprattutto per le imprese di minori dimensioni”.
Adnkronos.